Lavori pubblici, bando Regione: Sennori asso pigliatutto. Comuni in rivolta

È guerra tra i Comuni sardi per i 70 milioni di lavori pubblici appena assegnati dalla Regione. Protestano gli esclusi.

Vinti contro vincitori. È questa l’ultima battaglia in corso tra i Comuni sardi. Oggetto della contesa, i 70 milioni che, a dicembre, l’assessorato regionale ai Lavori pubblici ha messo a bando con la cosiddetta procedura a sportello. Ovvero, i soldi li hanno presi i Comuni che per primi hanno presentato le domande. E Sennori ha sbaragliato la concorrenza, portando a casa l’approvazione di 10 progetti sui 15 presentati per un totale di 8 milioni e 640mila euro. Quanto è bastato per far salire sul piede di guerra la Comunità montana del Gennargentu-Mandrolisai che, in una nota, “denuncia l’inaccettabile iter seguito”. Da Sennori replica il sindaco-consigliere regionale, Roberto Desini (Cd): “Oltre a lamentarsi bisognerebbe anche saper cogliere le opportunità”.

Dunque, ci sono 70 milioni di fondi Ue che l’assessore Paolo Maninchedda ha assegnato con un bando pubblicato il 4 dicembre scorso e scaduto il 31 gennaio. Obiettivo: finanziare le opere immediatamente cantierabili, cioè quelle col progetto definitivo pronto (e tutte le autorizzazioni ottenute). La parte del leone l’ha fatta Sennori che si è aggiudicato il 12 per cento delle risorse disponibili. Ma questo non è piaciuto ai Comuni del Gennargentu e del Mandrolisai che “non escludono ricorsi, a tutela dello sviluppo della Sardegna”.

In calce alla lettera di protesta, ecco 22 firme, a cominciare da quello di Lucia Chessa, primo cittadino di Austis, nonché presidente del Comunità montana. Seguono i primi cittadini di Teti, Desulo, Sorgono, Atzara, Ortueri, Gadoni, Belvì, Aritzo, Meana, Marrubiu, Arborea, Gavoi, Sarule, Ovodda, Sedilo, Nughedu Santa Vittoria, Fonni, Paulilatino, Onanì, Burgos e Mamoiada.

“Dall’esito del bando – si legge nella nota – risultano finanziati solo 101 Comuni sui 377 che si contano nell’Isola. Ciò vuol dire che sono stati esclusi interi territori: si è generato uno squilibrio che non può avere come unica ragione la velocità con con cui una domanda è stata inoltrata via Internet. Le priorità della programmazione non possono essere decise in base a un click“. Dalla Comunità montana fanno un secondo altro appunto: “La modalità a sportello, che premia appunto la rapidità, non può essere scelta quando non è accompagnata da comunicazioni accessibili a tutti. E non vogliamo nemmeno pensare che talune informazioni sull’imminenza di un bando possano esserere state in anticipo da alcuni attraverso le più disparate corsie preferenziali”.

Fatto sta che i soldi sono assegnati. E anzi: dai 20 milioni inizialmente previsti, si è saliti prima a 40, poi a 60 e infine si è arrivati a 70. “Si tratta – continuano dalla Comunità montana – di risorse cospicue e per questo ci saremmo aspettati che la Regione utilizzasse criteri di pari opportunità tra i territori, prevedendo per esempio un tetto massimo di finanziamento per ciascuno Comune o limitando il numero di progetti presentabili da ogni singola amministrazione. Ma anche dividendo le risorse per territori, in modo da non lasciare indietro nessuno. Nulla di tutto questo, però, è successo”.

E se l’ombra dei ricorsi sembra allungarsi, Desini spiega le ragioni che hanno portato il suo Comune a diventare asso pigliatutto. “Cinque dei 10 progetti finanziati a Sennori, rientrano nel capitolo del dissesto idrogeologico. Significa interventi sui quali stavamo lavorando già dai tempi della precedente Giunta regionale, ma non avevamo mai ottenuto le risorse. Per questo le carte erano pronte. Non solo: la nostro Comune è stato colpito dall’alluvione il 18 giugno scorso, e questo è un altro motivo per il quale i nostri uffici hanno continuato a lavorare sulla progettazione”. Il sindaco-consigliere regionale non porge l’altra guancia e precisa: “Abbiamo la tendenza a lamentarci di frequente e siamo sempre molto celeri nel farlo. Ma dobbiamo anche imparare a salire sui treni che passano”.

I 101 Comuni che si sono aggiudicati le risorse hanno 30 giorni di tempo per presentare i progetti esecutivi: il mese decorre dal momento in cui le amministrazioni ricevono il decreto dalla Regione. Dopo due settimane vanno bandite le gare d’appalto.

Al.. Car.
(@alessacart on Twitter)

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