“Nei fatti questa Legge di Stabilità continua a dimenticare il Sud. Del fantasmagorico masterplan per il Mezzogiorno, e in particolar modo per la Sardegna, abbiamo perso le tracce. E ancora una volta a farne le spese saranno i comuni, soprattutto i più piccoli, che dovranno fare fronte alle richieste di più welfare che ogni giorno arrivano dai cittadini”. Lo afferma il componente del direttivo dell’Anci Antonio Satta, segretario dell’Unione Popolare Cristiana (Upc). “Soprattutto la Sardegna ha visto l’assenza di investimenti e di progetti da parte del governo nazionale. E purtroppo in questa Legge di Stabilità non c’è una visibile inversione di tendenza – conclude Satta – Renzi capisca una volta per tutte che questo Paese avrà sempre una ripartenza stentata se non riparte il Sud”.
Ancora più duro il deputato di Unidos Mauro Pili. “È semplicemente falso che il governo voglia affrontare la questione dell’insularità e compensare il divario. Durante la notte il governo Renzi ha calato la maschera respingendo l’unico emendamento che avrebbe consentito di dare risposte immediate alla Sardegna su insularità, zona franca e regimi energetici indispensabili per non fermare l’apparato produttivo della Sardegna. Vi era solo una possibilità – spiega -, introdurre questi provvedimenti nella legge di stabilità. Non è un caso che l’emendamento a mia firma ha avuto il doppio vaglio di ammissibilità, sia quello finanziario che ordinamentale, essendo stato ritenuto totalmente compatibile con i contenuti della legge di stabilità. Il fatto che nessun altro emendamento sia stato presentato è sintomatico del totale menefreghismo di partiti e parlamentari verso la Sardegna e in particolar modo da parte del governo che avrebbe potuto tranquillamente bocciare il mio emendamento e fare una propria proposta”. Durante la notte il governo ha, invece, approvato l’ordine del giorno dello stesso deputato di Unidos che riproponeva all’esecutivo le stesse questioni chiedendo un impegno a realizzare quegli obiettivi. “Un governo allo sbando – commenta Pili -, da una parte boccia il provvedimento legislativo in grado di dare risposte immediate su questioni dirimenti come riequilibrio insulare, zona franca ed energia, dall’altra, invece, approva l’ordine del giorno che lo impegna a dare risposte sulle questioni sollevate. Insomma, un governo che non sa che fare e che ancora oggi non riesce ad assumere nessuna posizione chiara sulle risposte per la Sardegna e per i drammi occupazionali e produttivi che vivono diverse aree dell’isola”.