Sardi “messi male”, sardi “poveretti”. Daniela Santanché – in un confronto nello studio della trasmissione di Lilli Gruber Otto e mezzo su La 7 – usa queste parole per sostenere la candidatura di Ugo Cappellacci. Che Michela Murgia – presente al confronto assieme al democratico Pippo Civati – un attimo prima ha accusato di poca trasparenza, di gestione personalistica dei fondi, e di farsi pubblicità col denaro pubblico. “Non siamo né poveri, né piccoli – è la risposta della leader di Sardegna Possibile – e questa volta decidiamo noi”.
Nel corso del confronto la Murgia, rispondendo a una domanda della Gruber su chi sceglierebbe tra i grillini e Renzi, ha chiarito di preferire “l’energia un po’ indisciplinata dei grillini a uomini dell’apparato stantio e un po’ corrotto”. Un chiaro messaggio alla base elettorale del Movimento 5 Stelle, assente dalla competizione delle Regionali sarde, svolto nell’ambito di un parallelismo tra il “pregiudicato” (Berlusconi) e “lo spregiudicato” (Renzi).
La polemica con la Santanché (che inizialmente ha parlato, facendo confusione, come se la Murgia fosse un’esponente del centrosinistra) non è stata solo sulle questioni politiche generali. La candidata di Sardegna Possibile, infatti, ha sottolineato che la Santanché, attraverso la sua agenzia pubblicitaria, ha beneficiato direttamente di quote consistenti di denaro della Regione Sardegna. E’ stato allora che l’esponente del centrodestra ha parlato dei “sardi poveretti”.
Grande fair play, invece, con Pippo Civati. L’esponente del Pd ha rivolto alla Murgia un “bocca al lupo”. Anche se ha sottolineato il suo sostegno a Francesco Pigliaru, figura in grado di unire il Partito democratico e di proporre una alternativa valida al centrodestra.