La Regione dei consulenti

Niente da fare: il Piemonte rimane irraggiungibile. Nella poco onorevole classifica delle Regioni che spendono più soldi in studi, collaborazioni e consulenze esterne, i ‘cugini’ torinesi si confermano saldamente al primo posto. E la Sardegna deve accontentarsi della medaglia d’argento, con una spesa pari a 4,1 milioni di euro contro i 7,1 della Regione Piemonte. Nel 2013 il sorpasso sembrava dietro l’angolo: con Cappellacci vennero firmate convenzioni a profusione per la modica cifra di 7,4 milioni di euro. Ma il collega Roberto Cota riuscì a fare meglio: 8,3 milioni. Nemmeno la Regione Sicilia – non proprio un esempio di oculatezza – è riuscita a insidiare il primato: ‘appena’ 2,5 milioni. Roba da metà classifica.

regioni 2014

Si parla di cifre importanti, stanziate per onorare oltre 320 contratti. Eppure, la sola amministrazione centrale della Regione può contare su quasi tremila dipendenti, ai quali si aggiungono i colleghi delle società in house e delle controllate. Ciò nonostante, il ricorso alle professionalità esterne è ormai prassi consolidata, per cui nella lunghissima lista di contratti firmati dalla Regione con professionisti e collaboratori esterni compare un po’ di tutto, dal docente nei corsi per acconciatore al super esperto di rendicontazione comunitaria, dal tributarista di grido all’esperto informatico.

Va comunque sottolineato che parecchi contratti contabilizzati nel 2014 sono la diretta eredità della precedente amministrazione. Sotto l’attuale governatore Francesco Pigliaru infatti, i vari assessorati hanno firmato ex novo 55 contratti – spesa totale intorno al milione e mezzo di euro – sui 329 in essere nel 2014. Un dato che porterebbe l’Isola a metà classifica, tra Lombardia e Toscana. Si tratta di consulenze tecniche specialistiche, rese in particolare nell’ambito dei progetti finanziati dall’Unione europea. In ogni caso, anche considerando contratti ‘ereditati’ e proroghe, va segnalata l’inversione di tendenza fatta registrare lo scorso anno, quando la spesa è stata quasi dimezzata rispetto all’esercizio 2013.

confronto2013_2014

Come detto, si parla esclusivamente delle consulenze e collaborazioni attivate dall’amministrazione centrale, quindi da assessorati e dipartimenti centrali. A queste però si sommano quelle decise da società in house ed enti controllati. Solo un esempio: lo scorso anno SardegnaIT ha assunto impegni di spesa per oltre un milione di euro, compreso il contratto da 60mila euro annui firmato con Andrea Cappellacci, che oltre al cognome condivide con l’ex governatore pure lo studio da commercialista. Un incarico, partito nel 2010, di natura discrezionale, ovvero per chiamata diretta da parte dei vertici della società, nominati proprio dall’ex presidente della Regione.

Tornando all’amministrazione centrale- e giusto per fare un secondo esempio – degli oltre 4 milioni messi a bilancio nel 2014, circa 700mila sono destinati agli stipendi del team che segue il progetto Scus (Schema per il corretto utilizzo del suolo), una sorta di task force messa in piedi durante la legislatura di Renato Soru per assicurare supporto tecnico ai Comuni che dovevano adeguare i Puc al ‘neonato’ Piano paesaggistico. Sotto Cappellacci, capita l’esatto contrario: i professionisti erano (anche) a disposizione degli ingegneri regionali che avevano il compito di modificare il Ppr. Come se l’assessorato all’Urbanistica non avesse, al suo interno, le professionalità del caso.

Sulla vicenda, chi ha deciso di vederci chiaro è stata la Procura di Cagliari, che ha avviato un’inchiesta sulle assunzioni a tempo decise durante l’era Cappellacci. Giusto per escludere l’ipotesi di una gestione allegra e “strumentale”, denunciò l’ex assessore all’Urbanistica Gianvalerio Sanna, del ‘precariato di lusso’.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

 

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