Patto di stabilità, la Regione dice “sì”: ai Comuni 200 milioni entro settembre

La giunta Pigliaru assegna 200 milioni agli enti locali per superare il taglio dei trasferimenti statali e i vincoli del Patto. Bancarotta scongiurata.

Un tesoretto da 200 milioni di euro arriverà nelle casse dei Comuni sardi entro settembre: così si sono accordati sindaci e Regione nell’assemblea Anci (Associazione dei Comuni) riunita ad Abbasanta e alla quale ha partecipato l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci, in rappresentanza della giunta di Francesco Pigliaru. Per gli enti locali, sul piede di guerra da settimane, è una boccata d’ossigeno che scongiura la bancarotta di molte amministrazioni, come avevano denunciato a più riprese lo stesso presidente dell’Anci, Piersandro Scano, e il parigrado del Cal (Consiglio autonomie locali), Giuseppe Casti.

I municipi dell’Isola  sono stritolati, da un lato, dai tagli ai trasferimenti e, dall’altro, dai vincoli del patto di stabilità. Il via libera all’assegnazione dei 200 milioni è frutto di un accordo sofferto, ma reso possibile dopo la firma a Roma dell’intesa Stato-Regione sulla cancellazione dei vincoli di spesa che dal prossimo anno impone alla Sardegna il solo rispetto del pareggio di bilancio. I sindaci, inizialmente, erano rimasti delusi, perché credevano che lo stesso principio venisse applicato anche gli enti locali. Ma oggi la trattativa serrata, conclusa con l’unanimità dei primi cittadini e del Cal.

È un accordo importante per superare l’emergenza“, ha sottolineato Paci. Il tesoretto permetterà ai Comuni isolani di continuare a garantire, pur tra mille difficoltà, almeno i servizi essenziali. In dettaglio, le amministrazioni municipali riceveranno 60 milioni di euro per i cosiddetti “spazi finanziari”, ovvero risorse destinate a superare i vincoli del Patto di stabilità; 40 milioni per il Fondo unico che è la cassaforte degli enti locali. Ancora: 60 milioni a titolo di pagamento dei crediti vantati per le opere delegate e altri 45 milioni (che potrebbero scendere a 35) come parziale ripristino dei 55 di accise che la Regione nel 2013 aveva incamerato nel Fondo unico lasciandone però invariato l’ammontare complessivo.

All’interno di questo accordo, ciascun Comune potrà poi avere un trattamento personalizzato. Chi ha soldi in cassa, potrà chiedere e ottenere meno risorse sul Fondo unico e avere maggiori entrate sul capitolo degli spazi finanziari, assicurandosi così la possibilità di spendere il denaro fermo proprio per via del Patto di stabilità. Ovviamente è contemplata anche l’ipotesi inversa: più soldi dal Fondo unico e meno sugli spazi finanziari.

Soddisfatti i sindaci, anche se “consapevoli di non aver ottenuto tutto”, precisano Scano e Casti. Questo perché rispetto al tesoretto messo a disposizione dalla Regione mancano comunque i 60 milioni che lo Stato aveva garantito nel 2013 e che quest’anno non ci sono perché “qualcuno, a Cagliari, si è dimenticato di chiederli entro la scadenza dello scorso 15 marzo”, ha detto ancora Scano riferendosi all’ex governatore Ugo Cappellacci, ma senza citarlo espressamente. Il numero uno dell’Anci ha però parlo di “un fatto gravissimo, anzi inaudito”. E il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, è andato oltre, chiedendo in sostanza “la rimozione dei dirigenti” che nell’interregno tra la Giunta Cappellacci e la Giunta Pigliaru”si sono scordati della questione”.

Domani un nuovo incontro per definire proprio la partita dei 60 milioni che mancano all’appello per il presunto errore dei dirigenti regionali.

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