La nuova legge sulla lingua sarda: primo ok dall’Aula alle quattro varianti

Il testo unificato sulla lingua sarda supera il primo test: oggi il Consiglio regionale ha votato il passaggio agli articoli. C’è tempo fino a stasera alle 20 per presentare gli emendamenti. Il testo definisce innanzitutto la lingua sarda nelle sue varianti storiche e
locali, il catalano di Alghero, il gallurese (nelle sue varianti), il sassarese e il tabarchino, come “patrimonio immateriale della Regione che adotta ogni misura utile alla loro tutela, valorizzazione, promozione e diffusione”. Tra gli obiettivi: promuovere la diffusione della lingua nella società, nelle istituzioni e nei media, ma anche sostenere l’educazione plurilingue nelle scuole di ogni ordine e grado.

Durante la discussione generale Paolo Zedda (Mdp), che è anche relatore del provvedimento, ha ricordato gli ultimi rilevamenti Istat secondo i quali poco meno della metà dei sardi parla oggi la propria lingua. “Dati preoccupanti – commenta – i bambini non usano più il nostro idioma. Se si va avanti così il sardo presto sparirà. Serve un impegno istituzionale e politico. Il nostro progetto si lega a quello europeo di salvaguardia delle biodiversità culturali”. L’assessore alla Cultura, Giuseppe Dessena, si è soffermato sull’obiettivo di “costruire una norma organica per disciplinare la politica linguistica dell’Isola, anche per consentire alla Regione di inserirsi
efficacemente nel contesto nazionale ed internazionale”. La discussione proseguirà domani pomeriggio alle 15.30, mentre questo pomeriggio alle 16 l’Aula esaminerà il ddl “Misure urgenti per il reclutamento di personale nel sistema Regione”.

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