Dopo la Finanziaria è il turno della sanità: ecco la riforma (corretta)

Hub, ospedali di primo livello (Dea), quelli di zona disagiata e presidi di comunità. Ecco le correzioni fatte da Luigi Arru. Esame al via in Consiglio.

Chiusa la partita della Finanziaria 2016, con la manovra da 7,4 miliardi approvata mercoledì, per il Consiglio regionale è già tempo di un’altra maratona, sulla riforma delle rete ospedaliera. “Verosimilmente la settimana prossima – dice Raimondo Perra, il socialista presidente della commissione Sanità – cominciamo l’esame. Abbiamo già fissato una prima riunione di maggioranza per martedì mattina e stiamo ultimando il calendario delle audizioni, visto che sentiremo non solo l’assessore Luigi Arru, ma anche gli amministratori locali. Faremo pure una serie di sovralluoghi”.

Raimondo Perra
Raimondo Perra (Psi)

La riorganizzazione della rete ospedaliera è per il centrosinistra la seconda riforma della legislatura: la Giunta di Francesco Pigliaru, su indicazione di Arru, l’ha approvata a luglio. Sono previsti intanto due poli ad altissima specializzazione: il San Michele-Brotzu di Cagliari, accorpato al Microcitemico e all’Oncologico, e l’hub di Sassari che unisce il Santissima Annunziata e l’Azienda mista. Il San Francesco di Nuoro diventerà Dea, cioè ospedale di primo livello, ma rinforzato. Invece: saranno Dea ‘semplici’ il Santissima Trinità di Cagliari, il Policlinico di Monserrato, il Giovanni Paolo II di Olbia, il San Martino di Oristano, il Sirai di Carbonia, il Santa Barbara di Iglesias e il Nostra Signora di Bonaria a San Gavino.

Poi ecco gli ospedali di base: è il caso Tempio (Paolo Dettori) e Lanusei (Nostra signora della Mercede). Il Delogu di Ghilarza verrà riconosciuto come presidio di area omogenea. Ancora: saranno ospedali di zona disagiata il San Camillo di Sorgono, il San Marcellino di Muravera, il San Giuseppe di Isili e il Paolo Merlo di La Maddalena. Infine ecco gli ospedali di comunità, previsti a Ittiri, Thiesi e Bosa, ma anche a Sorgono, a Nuoro (Zonchello) e a Cagliari (Marino). L’Antonio Segni di Ozieri e il civile di Alghero, inizialmente inseriti tra gli ospedali di base, sono sotto osservazione: l’assessorato potrebbe riconoscerli Dea, accorpandoli in un unico polo sanitario. E se così sarà, a Ozieri non verrà più realizzato l’ospedale di comunità.

La classificazione contenuta nella ddl regionale ricalca lo schema fissato dal ministero della Salute che differenzia i presidi valutando tre caratteristiche: ampiezza, bacino di utenza e numero di prestazioni. E se Cagliari e Sassari saranno hub per via dell’altissima specializzazione, il San Francesco di Nuoro diventerà Dea rinforzato perché, al pari dei poli del Sud e del Nord, avrà la Breast Unit, cioè un centro specializzato per la cura del tumore al seno.

Negli ospedali di base e in quelli di zona disagiata verranno mantenuti l’Emergenza-urgenza, la Chirurgia programmata e la Medicina, così come nel presidio di zona omogenea a Ghilarza. Gli ospedali di comunità ospiteranno i pazienti una volta terminate le cure urgenti (fase acuta) e prima del ritorno a casa: saranno gestiti da medici di base e infermieri. Lanusei avrà in più il potenziamento delle cosiddette patologie tempo-dipendenti (infarti e ictus), per cui saranno potenziati Primo soccorso, Anestesia e Rianimazione. Verrà avviato anche il laboratorio sperimentale di emodinamica. L’ospedale diventerà pure il Centro trauma di zona.

Il ddl Arru non è ancora arrivato in aula perché il Consiglio regionale ha impiegato un anno per approvare il riordino degli enti locali. In maggioranza, tuttavia, la legge 23 di novembre 2014 (commissariamento delle Asl) viene considerata un tassello del mosaico: ha previsto la nuova Asl del 118 (Areus) che partirà con l’avvio della riforma. Lo scorso dicembre invece, contestualmente con la cancellazione delle nuove province, è stata istituita l’Azienda sanitaria unica (Asur): sarà attiva dal 1° luglio 2016.

È in questo riassetto generale che si inserisce la riorganizzazione della rete ospedaliera, pensata anche per contenere i costi della sanità, arrivati nel 2016 a 3 miliardi e 687 milioni, pari al 49,7 per cento del bilancio regionale. arruE ciò a fronte di un disavanzo da 750 milioni che l’Esecutivo conta di azzerare con un piano di rientro triennale. Si compone di due voci: da una parte la liquidità della Regione che interverrà con proprie risorse e dall’altra i tagli agli sprechi, per un risparmio stimato in 328 milioni in tre anni (qui il percorso).

Contro la riforma della Giunta, le proteste non sono finite, benché Arru abbia girato l’Isola per raccogliere le richieste di modifica, già inserite nella seconda e ultima versione del riordino. Ma in Ogliastra le correzioni non sembrano bastare, vista l’ultima mobilitazione di febbraio. L’assessore, in un’intervista a Sardinia Post lo scorso settembre, era stato chiaro: “Non si torna indietro“. E da allora il titolare della sanità sarda non ha cambiato idea, come Arru ha ribadito in decine di incontri pubblici, senza mai sottrarsi al confronto con gli amministratori locali.

L’ultima parola spetta comunque al Consiglio e al momento, almeno da parte di Perra, s’intuisce massima convergenza tra obiettivi dell’assessore e intenzioni dell’Assemblea. “È evidente – dice il presidente della commissione Sanità – che non può esserci un Brotzu in ogni zona della Sardegna. Ma, come previsto nella riforma, nessun territorio verrà lasciato indietro. Ovunque saranno garantite le emergenze-urgenze e le prestazioni più importanti, mentre per l’altissima specializzazione si farà riferimento agli hub di Cagliari e Sassari. Cosa che peraltro già succede nei casi di gravi patologie. Con il ddl il centrosinistra metterà finalmente in rete ospedali e medicina territoriale, migliorando i servizi con minori costi per la collettività”.

Al. Car.
(@alessacart on Twitter)

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share