Lottizzazioni estive: la carica dei commercialisti

Lottizzazioni di mezza estate. In corso la partita per la nomina di 55 revisori nelle Asl sarde. Le vicende del governatore-commercialista e dei suoi amici e colleghi.

I commercialisti si mettano comodi, specie quelli che strizzano l’occhio alla politica: per loro il solleone fa il paio una valanga di poltrone niente male, incarichi nelle Asl sarde come revisori dei conti. Le nomine in ballo – tutte per conoscenza, manco a dirlo – sono cinquantacinque, tra le otto aziende sanitarie dell’Isola, le due miste di Cagliari e Sassari più il Brotzu, l’ospedale del capoluogo. Entro Ferragosto lo scacchiere dovrebbe essere completo. Ma, a giudicare dal fermento che in Regione scorre sottotraccia, un’accelerata non è esclusa. Il risultato non cambia: l’ennesima lottizzazione è alle porte, stavolta in nome dei posti letto.

LA GRANDE TORTA. Dunque, il mandato è finito per i revisori dei conti nelle Asl. Adesso avanti i nuovi (o magari i riconfermati), dopo tre anni passati a spulciare (e ratificare) i bilanci più discussi della Sardegna, quelli che da soli valgono il 45 per cento della finanza regionale. Ovvero, 3,48 miliardi, di cui appena il 10 per cento finisce nelle Politiche sociali. Tutto il resto sono costi degli ospedali che tra 2008 e 2012 hanno visto cresce il disavanzo del 473,6 per cento, con un balzo negativo da 76 milioni a 360. Insomma, un profondo rosso da infarto.

LE NOMINE. Il profilo degli aspiranti revisori è scritto nella legge 10, quella che nel 2006 ha fissato le nuove regole della sanità sarda (l’assessore era Nerina Dirindin). Quindi: il cosiddetto Collegio sindacale è previsto all’articolo 11, con l’obiettivo di «vigilare sulla regolarità amministrativa e contabile delle Asl». Per esercitare da revisore, non solo bisogna essere commercialisti, ma anche iscritti nello specifico albo professionale. E poi, appunto, è necessario lo sponsor di un partito, o di un potente, perché selezioni ufficiali non ce ne sono.

CHI DECIDE. Ora: le cinquantacinque poltrone da assegnare sono gestite in blocco dalla politica. E vuol dire che nell’Isola se ne sta occupando il centrodestra, ma precedente hanno fatto lo stesso Pd e alleati. Non solo: siccome qualcosa la sceglie pure a Roma, le larghe intese finiranno per non scontentare nessuno. Ecco, allora, la griglia precisa delle nomine, a cominciare dai posti che spartisce la Regione, quindi, in questo caso, l’asse del Pdl (significa Udc, Riformatori, Fratelli d’Italia e Mpa). Nel dettaglio, gli uffici di Villa Devoto e quelli via Roma (perché gli onorevoli, ovviamente, hanno voce in capitolo) indicano due revisori su cinque. E considerando che le aziende sono undici, si arriva a quota ventidue.

PARTITA ALLARGATA. Ancora: undici caselle a testa le decidono, nella Capitale, i ministeri dellEconomia e della Salute. Sulla quinta poltrona, la bandierina la mettono invece le Conferenze provinciali socio-sanitarie. Peraltro: con gli enti intermedi appena commissariati, a dire la loro non saranno i presidenti delle Giunte locali (insieme ai sindaci), ma i reggenti freschi di nomina per volere di Ugo Cappellacci (e di Giorgio Oppi). Così succederà a Cagliari, nel Sulcis, nel Medio Campidano, in Ogliastra e in Gallura. La macchina della cooptazione ha giusto acceso i motori: per conoscere i prescelti bisogna attendere ancora qualche giorno.

IL PARTICOLARE. Una cosa è sicura: in fatto di commercialisti, Cappellacci gioca in casa, lui dottore dei numeri per professione. Non solo: il presidente, finora, ha dimostrato di essere legatissimo alla categoria, tanto che i suoi amici-colleghi li piazza da anni nei posti chiave. E sono tre, i nomi che tornano. Ovvero, Antonello Melis, Tonino Tilocca (battezzato Antonio Graziano) e Tonino Garau (Antonio all’anagrafe), compagni di lavoro (e di inchieste aperte). Infatti: Melis, con la benedizione del governatore, è amministratore unico all’Sbs di Arborea (Oristano). Cioè la Società bonifiche sarde, 99% per cento di capitale regionale, dieci milioni di buco. Da settembre 2011 il commercialista è pure amministratore delegato all’Insar, con la Regione azionista al 55,39% per sostenere le politiche del lavoro. Melis e Cappellacci dividono un’inchiesta – per bancarotta fraudolenta -, cioè il crac della società Sept, a Carloforte.

GLI ALTRI DUE. L’appoggio del governatore ha giovato pure a Garau che, il 15 settembre 2009, stappò lo spumante da numero uno del Brotzu. Prima come commissario straordinario, poi dal 1° aprile 2011 nelle vesti di direttore generale. Garau, classe ’49, è il proprietario di “Corte antica”, resort di Suelli (siamo in Marmilla), cornice incantevole di una cena che sarebbe dovuta rimanere segreta: allo stesso tavolo, quel 13 dicembre 2009, sedevano, tra gli altri, Flavio Carboni, Marcello Dell’Utri, Denis Verdini e Cappellacci. Il business dell’eolico era la pietanza più ghiotta su cui accordarsi. Le Procure di Cagliari e Roma hanno fatto il resto, smontando il giocattolino.

Infine, Tilocca: dal dicembre 2010 è presidente della Sfirs, riconfermato alla guida del Cda (ridotto a tre) un mesetto fa. Grazie a Cappellacci, Tilocca entrò pure nel Cda di Meridiana e tuttora siede in quello del Galsi (metanodotto italo-algerino con la Sfirs azionista). Insieme al governatore, Tilocca è indagato nel crac della municipalizzata carlofortina.

Alessandra Carta

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