“La brutta figura di un assessore al Turismo”

Grana Padano e spot copiati, l’incredibile intervista di Luigi Crisponi a Panorama. Che pochi giorni dopo fa marcia indietro e crocifigge l’assessore.

Secondo la legge di Murphy, “se qualcosa può andar male, lo farà”. Ma quando si parla dell’assessore regionale al Turismo Luigi Crisponi e della crociata contro il Consorzio di tutela del Grana padano, ci si può permettere il lusso di andare oltre e trovare conforto nel corollario alla seconda legge di Chisolm: “Quando non può andare peggio di così, lo farà”.

Piccolo riassunto. Scriveva il 2 luglio un furente Crisponi ai vertici del Consorzio: “Avete copiato un nostro claim pubblicitario (pagato 1.200 euro, ndr), lo usiamo da febbraio: cancellate la campagna pubblicitaria o vi portiamo in tribunale(leggi la lettera). Poche ore dopo arriva la replica del direttore generale Stefano Berni: “Veramente noi usiamo quel claim dal 2012, anche perché l’abbiamo ideato e depositato. Ma visto che vi è piaciuto così tanto, usatelo pure: noi non vi porteremo in tribunale” (leggi la lettera). Per la precisione, il claim “è stato pensato nel marzo 2011, selezionato tra altri dieci pochi mesi dopo e registrato (non prima di aver verificato che altri lo avessero già fatto) ai primi del 2012”. In assessorato piombano gelo e silenzio. Il web, invece, si diverte alla grande.

Pareva che l’incresciosa vicenda fosse finita lì, seppur archiviata alla voce ‘figuraccia colossale’. Poi è arrivato Panorama. Che il 4 luglio riesuma l’ingloriosa debacle e delizia i lettori della versione online con una roboante intervista a Luigi Crisponi. E laddove logica e stile suggerirebbero un doveroso mea culpa, arriva al contrario un magniloquente elogio alla protervia. Se già il titolo non promette nulla di buono – “La guerra (intelligente) tra Sardegna e Grana Padano” – poco sotto va pure peggio, quando si legge di una fantomatica “trovata geniale della Regione sarda”. Punti di vista.

L’assessore Crisponi risponde alle velenose domande della giornalista come se nulla fosse accaduto. Dapprima si perde tra l’oscuro e ‘incomprensibile’ scorrere del tempo (“Quel claim è diventato di nostra proprietà poche settimane fa, ma avevamo la possibilità di usarlo già alla fine del 2012”), quindi tenta di minimizzare il trascurabile incidente fino ad affermare come non vi sia alcuna guerra (e meno male): più semplicemente “ci siamo fatti pubblicità tutti e due, noi e il Consorzio”.

L’assessore fa finta di niente. Va avanti a testa bassa. Fino ad affermare, incredibilmente, che il Consorzio sicuramente rimuoverà  lo spot incriminato: “Abbiamo già ricevuto una risposta”, dice. Già, solo che devono aver dimenticato di leggerla. O non l’hanno capita. Perché in caso contrario, l’assessore Crisponi avrebbe deliberatamente taciuto la nuda e semplice verità, nel maldestro tentativo di rimediare alla già disastrosa gestione dell’intera vicenda.

Probabilmente lo pensa anche la giornalista di Panorama che l’ha intervistato.

“Come inciampare in uno spot e scivolare sul pecorino. La brutta figura di un assessore al Turismo”, si legge nell’intervista ‘riparatrice’ al direttore generale Stefano Berni, pubblicata l’11 luglio. Appare così la corretta cronistoria della bruttissima faccenda. E si viene pure a sapere che Crisponi si sarebbe fatto negare al telefono: “Ho persino chiamato l’assessore ma non sono riuscito a parlarci…”, dice Berni.

“Sono sicuro che nei prossimi giorni arriverà una nota di ringraziamento dell’assessore Crisponi – ha dichiarato pochi giorni fa a Sardinia Post il dg del Consorzio di tutela -. E non tanto perché abbiamo deciso di sorvolare ed evitare i tribunali,  ma almeno per la nostra disponibilità. Se questo non dovesse accadere, dovremmo certo registrare una caduta di stile devastante“. Ad oggi, pare non sia arrivata alcuna missiva. E per un assessorato che dovrebbe campare a pane e comunicazione, non pare certo una gran notizia: tutti latitanti. Opposizione compresa: sulla Grana, solo silenzio.

Poteva andare peggio? Dopo il 2 luglio si pensava di no. Poi Crisponi si è ricordato del corollario alla legge di Chisolm. E l’ha applicato alla grande.

Pablo Sole

sole@sardiniapost.it

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