“Isola penalizzata da Manovra”, ma era una svista del Sole24Ore

Contrariamente a quanto riportato in una tabella pubblicata oggi dal quotidiano Sole24ore (e che ha alimentato subito il dibattito politico), la Sardegna non è la Regione a Statuto Speciale più colpita dai tagli del governo nazionale. Retromarcia del Sole 24 Ore dopo la segnalazione di un errore (lo scambio di dati tra Sardegna e Sicilia) da parte della Regione sulla tabella che quantifica gli effetti dei tagli contenuti nella Manovra 2015. Così, dopo le correzioni recepite in giornata dal quotidiano economico, la Sardegna non è la più penalizzata tra le regioni a Statuto speciale, ma si piazza al terzo posto dopo Sicilia e Friuli Venezia Giulia.

Questa tesi era stata avanzata dallo stesso assessore al Bilancio Raffaele Paci, che aveva fatto notare l’errore attraverso l’ANSA constatando che i dati riferiti all’Isola erano in realtà quelli della Sicilia e che quindi non si poteva parlare di “regione più penalizzata d’Italia”.

“Nella tabella pubblicata vengono infatti attribuiti alla Sardegna 273 milioni di euro di accantonamenti fiscali per il 2015, invece quello è il dato della Sicilia, alla quale vengono erroneamente attribuiti i 97 milioni della Sardegna – ha ribadito Paci in serata – Questo errore distorce ovviamente le percentuali finali dei tagli riportati dal quotidiano economico, facendo trarre conclusioni completamente sbagliate: per la Sardegna, escludendo la spesa sanitaria, non si tratta certo del 9,1% ma del 3,2%, mentre con la spesa sanitaria arriviamo non al 4,3% ma all’1,5%, a fronte di un taglio alla Sicilia dell’1,8% e al Friuli all’1,7%”.

“Quei 97 milioni fissati dalla legge di Stabilità, già quota più bassa in assoluto, diventano in realtà 47 con la restituzione di 50 milioni su 200 all’anno di riserve erariali non vincolate all’abbattimento del debito pubblico – ha nuovamente precisato l’assessore – E dunque la percentuale finale dei tagli arriva addirittura allo 0,7%, la più bassa in assoluto. La Sardegna infatti è l’unica regione italiana ad aver ottenuto la disponibilità delle riserve erariali, 200 milioni all’anno, non per abbattere il debito pubblico nazionale ma per essere utilizzati nell’Isola, esattamente come richiesto da un ordine del giorno unitario del Consiglio lo scorso 2 ottobre, con i soldi dei sardi che dunque restano ai sardi. Questo non significa che gli accantonamenti non siano alti – ha chiarito Paci – l’abbiamo detto e lo ripetiamo che il governo dovrà rispettare l’impegno a non fare ulteriori tagli”.

Secondo il vicepresidente della Regione “un errore materiale pur in un autorevole quotidiano come Il Sole può capitare. Quello che invece non è assolutamente accettabile – ha tuonato – è l’atteggiamento dell’ex presidente Cappellacci che, invece di verificare fonti ufficiali come la Gazzetta prima di parlare, cavalca immediatamente l’onda della polemica rimediando però alla fine una figuraccia. Resta il dubbio se si tratti di errore o di malafede, e non si sa cosa sia peggio, visto che non è certo la prima volta che Cappellacci attacca alla cieca. È successo nelle ultime ore anche per i 300 milioni che lo Stato ci ha finalmente riconosciuto come acconto sugli arretrati 2010-2014 della vertenza entrate. Chi in 5 anni non è riuscito a portare a casa neanche un euro tenta di confondere i termini della questione, sovrapponendo cifre che non c’entrano niente fra loro”.

sole

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