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Industria, la Regione candida al Mise dieci aree di crisi non complessa

Sono dieci le aree di crisi industriale non complessa individuate dalla Regione e proposte al Ministero dello Sviluppo economiche nell’ultimo giorno utile per le candidature. Come previsto dal decreto del Mise del 4 agosto scorso, la Giunta regionale, con delibera approvata oggi, ha identificato i Sistemi Locali del Lavoro che rientrano nelle agevolazioni previste dalla legge. Le aree sono identificate nei sistemi locali del lavoro di Fonni, Macomer, Nuoro, Thiesi, Nurri, Olbia, Sanluri, Villacidro, alcuni comuni del sistema locale del lavoro di Cagliari e il comune di Alghero.

La delibera, che ruota attorno alle agevolazioni previste dalla legge 181 del 1989, permetterà alla Regione e al Mise di attivare azioni per attrarre investimenti esterni e agevolare investimenti di imprese sarde nel comparto manifatturiero. Ai sensi del decreto del Mise, erano candidabili quali aree di crisi non complessa i Sistemi Locali del Lavoro specializzati nel comparto manifatturiero, a esclusione di quelli a specializzazione agricola o turistica, con dinamiche negative del mercato del lavoro e della produttività. La Regione poteva candidare territori che avessero una popolazione residente non superiore al 35% del totale regionale.

“La misura – ha detto l’assessora dell’Industria Maria Grazia Piras – è pensata in maniera specifica per il comparto manifatturiero. Ciò consente di avere uno strumento importante per favorire investimenti in alcune aree della Sardegna nelle quali la crisi del settore manifatturiero è stata più acuta. Lo è stata, tra l’altro, perché è l’industria a produrre maggiore valore aggiunto e maggiore occupazione per ogni euro investito. Questi incentivi – ha concluso – completano le misure adottate sulle aree di crisi industriale complessa di Porto Torres e Portovesme, già decretate dal Governo”.

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