Imu agricola, l’Anci: “Ora non pagate”. E alla Regione: “Impugni il dl Renzi”

Di fatto è un appello alla disobbedienza civile quello di Anci Sardegna sull’Imu agricola. L’imposta va versata entro il 10 febbraio.

Sull’Imu agricola, che va versata entro il 10 febbraio, l’Anci Sardegna invita di fatto alla disobbedienza civile. “Non pagate subito“, ha scritto in una nota il presidente Pier Sandro Scano. Questo perché il prossimo 17 giugno il Tar del Lazio – il solo competente in Italia sulle imposte governative – si pronuncerà sul secondo blocco di ricorsi presentato dai Comuni. E c’è la possibilità che i giudici amministrativi sospendano definitivamente la tassa 2014, visto che l’Esecutivo di Matteo Renzi ha deciso di applicarla, all’improvviso, a fine anno, violando, secondo i sindaci, la cosiddetta “certezza dei tributi”, ovvero uno dei princìpi amministrativi su cui si fonda il sistema fiscale.

Scano, ovviamente, si mantiene nel perimetro della legalità. E anziché parlare apertamente di disobbedienza civile, si appella all’istituto giuridico del “ravvedimento operoso”, secondo il quale “il contribuente può spontaneamente regolarizzare errori o illeciti fiscali” saldando l’imposta in una fase successiva alla scadenza, come stabilisce la legge 408 del ’90. E ciò a fronte di una sanzione minima che dovrebbe aggirasi intorno all’1,3 per cento del tributo dovuto.

Come noto, in Sardegna sono 161 i centri dove l’Imu agricola va versata (per cercare il proprio Comune digitare CTRL+F in questo file). Con una differenza: in 142, classificati come costieri (fino a 280 metri di altitudine), non è previsto alcuno sconto. Nei restanti 19, estesi tra i 281 e 600 metri, scatta l’esenzione parziale, cioè vengono esclusi dal pagamento le aziende di settore. La terza tipologia, sempre prevista dal Governo nazionale, è quella dei Comuni sopra i 600 metri di altitudine. In Sardegna se ne contano 216 e in questo caso l’Imu agricola non è dovuta.

La posizione di resistenza decisa dall‘Anci Sardegna è frutto di una rivolta che si trascina appunto da novembre 2014 e di cui Scano ne ripercorre le tappe. “La nostra battaglia – ha scritto ancora il presidente – non è stata inutile. Abbiamo intanto ottenuto il superamento del primo decreto ministeriale, datato 28 novembre scorso, secondo il quale sarebbero stati oltre 290 i Comuni dell’Isola che avrebbero dovuto pagare l’imposta“, a fronte dei 161 attuali. Tuttavia, “non abbiamo raggiunto il risultato sperato”, chiarisce ancora Scano.

Di qui l’invito a far slittare il pagamento del tributo, nella speranza che tra cinque mesi il Tar del Lazio accolga le ragioni dei Comuni. Compresi le 200 amministrazioni sarde che hanno fatto opposizione contestando, tra le altre cose, “la cancellazione dell’esenzione per i centri economicamente svantaggiati”. E si tratta di una categoria che non è stata più prevista nella nuova classificazione varata dal Consiglio dei ministri il 24 gennaio scorso.

E a proposito delle tipologie stabilite in base all’altitudine, il presidente dell’Anci Sardegna aggiunge: “La classificazione del Governo è stata definita in modo cervellotico e produce autentiche assurdità, nonché vergognose ingiustizie”. L’Imu agricola, per esempio, non si paga ad Arzachena, Comune non certamente povero e in cui ricade Porto Cervo. L’imposta è invece obbligatoria a Baradili che non si può dire navighi nell’oro.

Ribadiamo – va avanti Scano – che noi non molliamo la presa e continuiamo la battaglia sia in Parlamento che sul piano legale. Come Anci nazionale, chiederemo alla Camera e al Senato di modificare il decreto ministeriale di gennaio in sede di conversione in legge. E questo parallelamente al pronunciamento del Tar”.

Scano chiede infine alla Giunta di Francesco Pigliaru di prendere posizione sull’Imu agricola. “Crediamo – spiega ancora il presidente di Anci Sardegna – che la Regione debba impugnare il dl, subito e senza esitare“.

In Sardegna il gettito previsto è di 5,5 milioni. Una quota di gran lunga inferiore rispetto al taglio dei trasferimenti statali decisi dal Governo verso gli enti locali. Tagli che, a sentire Renzi e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, i Comuni vedrebbero compensati incassando l’imposta sui terreni agricoli. Ma stando ai calcoli dell’Anci non sarà così e i bilanci comunali dovranno fare i conti non sempre minore liquidità, “a danno dell’erogazione dei servizi e quindi dei cittadini”.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

LEGGI ANCHE: Imu agricola, Scano (Anci): “Ecco perché ho detto di non pagare ancora”

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