Cappellacci e Lombardo: “Larghe intese sarde”

Il clima ‘romano’, con la nascita del governo di larghe intese, contagia subito – almeno nelle intenzioni e ambizioni – la Sardegna. Ed ecco che sia il governatore Ugo Cappellacci, sia la presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo, lanciano appelli al dialogo tra la maggioranza e l’opposizione. La Lombardo addirittura per la prossima legislatura.

L’appello di Cappellacci arriva alla vigilia dell’inizio dell’esame della Finanziaria da 6,9 miliardi di euro, dopo ben quattro mesi di esercizio provvisorio. A quanto pare esiste già un accordo di massima tra le principali forze politiche sulla restituzione dell’Irap alle imprese e sulla revisione del patto di stabilità interno.

Secondo il governatore “il coraggio oggi non è nel compromesso a tutti i costi né nella barricata fine a sé stessa. Non è annullando le differenze o rimarcandole ad ogni pie’ sospinto che si fa l’interesse della collettività. Vi  è un’altra via: nel rispetto dei ruoli di ciascuno, delle differenti appartenenze partitiche, di categoria e generazionali, bisogna non venire mai meno a quel dovere del confronto e del dialogo che rappresenta il funzionamento fisiologico della democrazia e la manifestazione di una politica che è intenta a parlare del vissuto quotidiano dei cittadini anziché di se stessa”.

Un discorso davvero ecumenico quello del governatore, che arriva dopo anni di scontri durissimi, con casi di utilizzo clientelare delle risorse pubbliche e di nomine guidate dal criterio della fedeltà politica. “Occore – dice ora Ugo Cappellacci –   non perdere di vista quelle situazioni in cui l’interesse della collettività deve prevalere sulla bandiera della fazione politica. Chi ha convinzioni forti, solide e radicate non teme il confronto né teme che la propria identità, ben riconoscibile, possa risultare in qualche modo annacquata”.

Claudia Lombardo – solitamente in conflitto con l’ex collega di partito – questa volta è apparentemente in perfetta sintonia. Apparentemente perché – dopo aver auspicato   “scelte avveniristiche che superino tutti gli steccati politici, ideologici e partitici – ha affermato che esse vanoi indirizzate a “garantire una governabilità forte ad una guida autorevole di un governo ‘sardo dei sardi'”.  La Lombardo, insomma, guarda già al dopo-Cappellacci.

“Un governo – ha detto  aprendo i lavori della seduta congiunta con il Consiglio delle autonomie locali, presieduto dal sindaco di Sassari Gianfranco Ganau – che nasca da un comune sentimento patriottico sardo, in grado di assumere decisioni di alta valenza strategica per il progresso dell’Isola. Le nostre scelte future siano guidate dalla necessità di porre la Sardegna e i sardi nelle condizioni di guardare al futuro con animo sereno. Perché sia chiaro – ha puntualizza – che non è sufficiente che ciascuna delle parti politiche sarde si presenti con un proprio programma, non è più sufficiente richiamare la necessità di tagliare i costi della politica che, peraltro, se si vogliono garantire livelli minimi di rappresentanza democratica e accesso alla politica, oltre un certo limite non è possibile spingersi. E’ indispensabile, invece, un programma voluto, pensato e attuato dai sardi per la Sardegna”.

La Lombardo guarda al futuro, a quanto accadrà dopo le prossime elezioni regionali, e auspica fin d’ora una sorta di governo isolano delle ‘larghe intese’.  “Non voglio vagheggiare utopie – ha infatti affermato – ma dico più semplicemente che l’ora è grave ed è giunto il momento che i futuri eletti del Consiglio regionale formino un unicum proteso al bene della Sardegna, lavorando per tutta la legislatura a sostenere un governo di ampia rappresentanza di tutte le istanze sociali che racchiuda cioè le variegate componenti, politiche, culturali e sociali in uno sforzo comune per uscire dalla fase drammatica di emergenza della recessione e gettare le basi per il futuro”.

Contro qualunque ipotesi di larghe intese, in campo nazionale come regionale, si è espresso ieri Antonio Di Pietro, giunto a Cagliari per parlare del congresso nazionale dell’organizzazione che si terrà nel giugno prossimo. L’Idv infatti, nonostante la bruciante sconfitta subita alle Politiche dove si è presentata nella coalizione ‘Rivoluzione civile’ di Ingroia, intende andare avanti. Ha lasciato la coalizione e conta di trovare uno spazio politico nell’area di quanti si oppongono all’accordo tra Pdl e Pd.

 

 

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