Il Psd’Az litiga per il rimpasto della Giunta, spunta una donna: così si risolvono due liti

Alessandra Carta

di Alessandra Carta

Spunta il nome di una donna nello scacchiere del Psd’Az, il partito di Christian Solinas che tarda a incontrare il governatore perché nemmeno lui sa che pesci pigliare per risolvere le beghe interne. E senza una risoluzione dei conflitti all’interno dei Quattro Mori, il rimpasto della Giunta regionale resta in freezer.

Serve una premessa per capire gli scenari: nel Psd’Az in troppi vogliono fare l’assessore o continuare a esserlo. E siccome Solinas ha l’abitudine di far stancare amici e avversari pur di non prendere decisioni che possono scontentare qualcuno, ecco l’asso nella manica: creare le condizioni perché non siano il governatore a dire ‘no’, ma gli equilibri interni al partito.

In questo scenario politico da costruire, il nome di Anna Paola Aisoni, vicesindaca di Tempio e assessora all’Urbanistica, è perfetto. Alle Regionali del 2019, la Aisoni era candidata col Psd’Az: ha raccolto 1.798 preferenze, seconda dietro Giovanni Satta che ha chiuso invece a quota 2.939. Satta è arrivato a Cagliari, la Aisoni no. Ma l’uno non si è mai dimenticato dell’altra. E adesso è lo stesso consigliere regionale a proporre il nome della vicesindaca.

Anna Paola Aisoni

La Aisoni ha dalla sua un titolo che ad altri papabili manca: a settembre del 2019 l’assessore all’Urbanistica, Quirico Sanna, anche lui sardista e gallurese (ma di Monti), in segno di riconoscimento la nominò nello staff regionale a cui l’esponente della Giunta ha dato il compito di supportare gli uffici nella stesura della legge regionale di settore (quella in vigore è datata 1989).

Satta vuole proporre la Aisoni come scelta del gruppo consiliare, uno dei tre centri di potere del Psd’Az in cui Solinas ha diviso il partito per provare a ricompattarlo. Questa, almeno, è la versione ufficiale all’interno dei Quattro Mori. Ufficiosamente, invece, queste ripartizione in tre poli decisionali è stata pensata per provare a nascondere le liti che stanno dividendo la frangia sardista più fedele al governatore.

Nel centro di potere che fa capo ai consiglieri regionali, l’assessore incaricato da inizio legislatura è Gianni Chessa, titolare del Turismo. Ma in Giunta vuole entrare anche un altro onorevole del Psd’Az, Nanni Lancioni. Solinas non sa come venirne fuori: Chessa lo conosce da quando era bambino, Lancioni è il suo uomo più fidato. La Aisoni, espressione di Satta, quindi di un onorevole, gli risolve il problema. A quel punto né Chessa né Lancioni possono rivendicare più nulla, perché la Aisoni fare l’ingresso anche in quota loro.

Ma c’è di più: siccome la Aisoni è espressione del Nord Sardegna, a quel punto sarebbe facile mandare via anche l’assessore Sanna. In questo modo, ai sardisti vicini a Solinas toccherebbe indicare in Giunta un sardista (o una sardista) in quota Sud Sardegna. Ma non Chessa né Lancioni perché loro sono di Cagliari.

Per riepilogare: con il solo innesto della Aisoni, Solinas può mettere a segno tre obiettivi: trovare una giustificazione per non accontentare né Chessa né Lancioni e neppure Sanna. Con la differenza che i primi due restano comunque in Consiglio regionale, mentre Sanna non può essere dirottato in alcun posto di sottogoverno, come amministratore, in quanto la legge Severino gli impedisce di ricoprire incarichi per almeno un anno.

Al momento la casella che non cambia rispetto ai disegni sardisti in voga in questi giorni è quella di Antonio Moro, il giornalista-presidente del partito che Solinas escluse dalla Giunta nel 2019, ma adesso vuole ripescare per cercare di recuperare terreno tra i dissidenti. Per tutte queste ragioni, il vertice a Villa Devoto tra Solinas e una delegazione del Psd’Az è saltato già tre volte bloccando il rimpasto della Giunta. Solinas lo sta promettendo da un anno e mezzo. Ma ancora nicchia, tergiversa, inventa scuse.

Alessandra Carta

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