Il presidente Pais e la bufala sul Pride: pubblica un fotomontaggio, poi si scusa

Non esiste un corteo dell’orgoglio Lgbt che non sia accompagnato da fotomontaggi che offrono ai detrattori la possibilità di scatenarsi. Dopo ogni manifestazione con la bandiera arcobaleno,  cominciano a  comparire sui social network immagini spinte o particolari, anche nell’Isola vengono prese da altre parti del mondo e spacciate per sarde. In queste ore, dopo il Sardegna Pride di ieri, ha ripreso a circolare l’immagine di alcuni manifestanti davanti al palazzo del Consiglio regionale di via Roma in cui spicca uno di loro, completamente nudo con una bandiera arcobaleno che spunta dal fondoschiena. Tra gli utenti scandalizzati per questa foto c’è stato anche il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais.

“Siamo a Cagliari, sotto il Consiglio regionale che mi onoro di presiedere. Il mio ufficio è proprio dove si vedono sventolare le bandiere sarda ed italiana. Ieri, li, ha sfilato il gay pride – ha scritto su Facebook il primo presidente leghista del Consiglio regionale sardo -. La libertà di manifestazione del pensiero è diritto inviolabile, così come lo sono diritti della personalità. Non si discute. Ma mi chiedo dove finisca la difesa dei diritti della personalità e inizi il buon gusto“.

La sua gaffe non poteva passare inosservata e il presidente del Consiglio regionale ha cominciato a ricevere messaggi di chi lo avvisava che si trattasse di un fotomontaggio e quella foto non fosse stata scattata in via Roma. Scoperta la verità, Pais ha cancellato la foto e si è subito scusato aggiungendo alcune righe al suo post. “Detto questo, è circolato un fotomontaggio, che purtroppo ha gabbato anche me, perché veramente offensivo proprio di chi lotta contro ogni forma di discriminazione, come il Sardegna Pride. A loro, per quel fotomontaggio squallido, vanno la mia solidarietà e scuse. Viva la libertà, sempre!”.

Nonostante la postilla, non sono mancate le critiche e più volte Michele Pais è dovuto intervenire sulla sua bacheca per chiarire la sua posizione: “Si tratta di un fotomontaggio di pessimo gusto. Ribadisco, sono il primo garante della libertà di espressione, di manifestazione e dei diritti della personalità. Per carità! Anzi è proprio la banalizzazione di questi temi fondamentali che, tramite quelle immagini rivelatesi false, che combatto. Il mio post va proprio in questo senso. Viva la libertà!”. Il suo appello finale, in mezzo ai commenti polemici, è stato quello di smorzare i toni sventolando anche lui una simbolica bandiera della pace: “Prego tutti di non alimentare nessuna campagna d’odio“.

M.Z.

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