Il Pd e il ‘caso Barracciu’, si decide a Oristano

Per il Pd il giorno della Direzione regionale è arrivato. E non sarà una domenica come le altre quella di Oristano, perché i democratici, a maggior ragione adesso che le elezioni sono state anticipate al 16 febbraio, hanno l’obbligo di decidere sulla candidatura (o meno) di Francesca Barracciu. Senza possibilità di altri rinvii, stavolta.

E se a Oristano si comincia alle 10,30, la vigilia ha regalato un assaggio di scenario interno. Di mattina i soriani si sono dati appuntamento a Tramatza, allargato a tutte le correnti del partito. In serata, invece, è stato Roberto Deriu a raccogliere i suoi per definire la linea da portare in Direzione. E poi un’interminabile giro di telefonate, come succede ormai da giorni.

Quanto ai soriani, a fare sintesi sul vertice è Mario Bruno, consigliere regionale uscente al secondo mandato. «È vero – conferma – la base chiede con forza che l’eurodeputata faccia un passo indietro». Bruno la chiama “generosità”, recuperando la parola usata da Renato Soru che sulla “questione Barracciu”, come lo stesso ex governatore l’ha definita, non si è espresso né a favore né contro. “Soru – continua Bruno – si è limitato a dire che in politica servono anche gesti personali nell’interesse della collettività”.

Nemmeno Bruno, che insieme a Soru è stato l’unico big a intervenire, si è schierato apertamente contro la candidatura dell’eurodeputata. L’onorevole, semmai, chiarisce: “Dobbiamo concorrere tutti alle scelte, la politica richiede azioni collegiali, ma soprattutto sono i nostri elettori che reclamano ascolto. Dobbiamo fare uno sforzo per interpretare la domanda di cambiamento che viene dai sardi”.

L’onorevole democratico fa una puntualizzazione sulla propria non ricandidatura: “Già dal 2009 decisi che non mi sarei ripresentato alle urne, due mandati sono più che sufficienti, serve un ricambio della classe dirigente. La decisione l’ho presa da tempo, non è legata all’inchiesta sui fondi ai gruppi che pure mi vede coinvolto”.

La linea dei soriani è stata tracciata dal sindaco di Villasimius, Tore Sanna. Il documento del primo cittadino, però, non è stato messo ai voti, ma a Oristano i fedelissimi del governatore chiederanno, come anticipato stamattina, la testa del segretario Silvio Lai. Obiettivo: affidare la gestione del partito a un comitato ristretto, in una sorta di fase elettorale e transitoria in attesa del congresso da celebrarsi dopo le Regionali. E se la proposta ha apparentemente riacceso lo scontro tra soriani e Lai, va detto che lo stesso segretario regionale si era detto pronto a rinunciare al mandato già l’11 dicembre. Lai lo scrisse nella lettera inviata a Matteo Renzi per chiedergli una mano proprio sulle Regionali.

A Oristano, in quota soriana, c’era anche altri due onorevoli Pd, Pietro Cocco e Luigi Lotto. Assente, invece, Marco Espa. La corrente cuperliana, che nell’Isola fa a capo al deputato Siro Marroccu e al capogruppo in Consiglio Giampaolo Diana, era presente con Nicola Sanna, assessore nel comune di Sassari. Per i lettiani c’era il consigliere comunale di Cagliari, Davide Carta.

La posizione dei civatiani l’ha messa in chiaro Thomas Castangia, segretario provinciale di Cagliari, il quale ha spiegato che “non spetta a noi chiedere passi indietro alla Barracciu, perché noi non abbiamo mai sostenuto la candidatura dell’eurodeputata”.

Non si sono visti i democratici che fanno riferimento al potentissimo sottosegretario alla Salute, Paolo Fadda (da sempre in rotta con Soru), e al socialista del Pd, Antonello Cabras. Idem i fedelissimi di Tore Ladu e di Giovanni Giagu.

Alessandra Carta

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