Il comitato sardo contro l’autonomia differenziata: “Sarà la Brexit italiana”

L’autonomia differenziata sarà la Brexit italiana“. Ne sono convinti i componenti del comitato nato a febbraio per “contrastare una riforma scellerata, avventurista, dettata da calcolo elettorale e egoismo”. Il comitato ha organizzato un sit-in in occasione della visita a Cagliari del ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, venerdì 19 in Consiglio regionale. “Questa riforma nasce da un errore commesso nel 2003 con la riforma del Titolo quinto della Costituzione – ha spiegato Mario Arca, tra i portavoce del comitato sardo contro l’autonomia differenziata – che era stata concepita in alternativa alla Devolution del centrodestra. L’errore è stato in seguito riconosciuto al punto che ad oggi l’articolo 116 non è stato ancora attuato perché la devoluzione a livello regionale di ben 23 materie di competenza dello Stato o concorrenti minerebbe la struttura dello Stato, pregiudicherebbe l’unità nazionale, introdurrebbe una competizione insana tra regioni, scasserebbe i conti dello Stato”.

“Puntiamo a una mobilitazione diffusa, radicata e consapevole – ha evidenziato Andrea Pubusa, avvocato giurista e docente di diritto amministrativo a Cagliari -, c’è stata una posizione bizzarra dei governanti sardi che si sono accontentati delle promesse inutili del ministro Calderoli: in cambio della promessa di inserire il principio di insularità hanno lasciato un bel malloppo allo Stato, che sono le 23 materie con le relative risorse”. Riguardo ai livelli essenziali di prestazioni il comitato ritiene che “andrebbero definiti a prescindere e, in ogni caso, la loro concreta fruibilità dipende dalla quantità di risorse destinate alla fruizione dei diritti, non da chi le spende”.

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