I Rossomori lanciano l’inchiesta sui fondi ai gruppi sul tavolo del centrosinistra sardo

“Chiediamo che si facciano le dovute valutazioni anche sul percorso delle primarie, al fine di verificare senza alcun dubbio che nessuno dei candidati è toccato da tali inchieste. Va ricostruita la proposta politica integrale e il primo passo dev’essere la sospensione o autosospensione di chiunque sia coinvolto o coinvolgibile nell’inchiesta sui fondi dei gruppi”.

L’inchiesta della procura della Repubblica di Cagliari entra formalmente nel tavolo del centrosinistra con una nota del segretario dei Rossomori Salvatore Melis che, per la prima volta, esplicita il dubbio che da settimane serpeggia nel mondo politico: che l’inchiesta sui fondi ai gruppi del consiglio regionale possa improvvisamente esplodere facendo saltare in aria tutta la costruzione messa su in vista delle Regionali del 2014.

Il dirigente dell’organizzazione fondata da Gesuino Muledda non indica alcun elemento di fatto. Anzi, precisa di non voler entrare nell’ambito delle questioni penali. Semplicemente fa riferimento alle notizie di stampa, ai nuovi indagati, all’estensione delle indagini alla legislatura in corso. A un quadro complessivo che giudica allarmante.

“Qualche mese fa – ricorda Melis – Rossomori chiese al tavolo del centrosinistra, di provvedere tempestivamente a verificare se all’interno dei propri partiti vi fossero consiglieri regionali o dirigenti politici, che a vario titolo potessero essere implicati sulle questioni relative all’uso illecito o improprio dei fondi dei gruppi. Chiedemmo fossero decisioni chiare, in nome dell’integrità morale di cui la coalizione doveva godere. La risposta fu tiepida e a tratti stizzita, anzi, univocamente si chiariva di non aver implicazioni sulla questione. In questi giorni, però, la procura sembra pensarla in modo diverso e gli avvisi a comparire si moltiplicano. Ormai le notizie sono entrate in pieno nella stampa regionale e non può più essere tollerato il silenzio e l’immobilismo di nessuno”.

Forti del fatto che nessun loro esponente può essere coinvolto nell’indagine (non esistevano ancora nella precedente legislatura e non hanno alcun rappresentante nell’assemblea in carica) i Rossomori sottolineano la “drammaticità” della considerazione fatta da quanti minimizzano la vicenda proprio perché l’inchiesta riguarderebbe “tutti”.

“Siamo – afferma Melis – al disvelarsi del tradimento del popolo. Senza atti concreti i partiti con consiglieri convolti sarebbero inadeguati alla rappresentanza delle prerogative autonomistiche. Chissà cosa direbbero Gramsci e Lussu e tutti coloro che hanno dedicato la propria vita alla conquista dell’autonomia regionale e che hanno consentito di costituire istituzioni democratica imperniate su valori e forti, quali la lealtà, l’onestà, lo spirito di sacrificio! L’uso disinvolto o improprio dei soldi pubblici oltre che censurabile politicamente, introduce anche un gravissimo limite nel percorso per la sovranità del popolo sardo. Viene messo, addirittura, a rischio il potere derivante ai sardi dalla propria specialità statutaria. Questa è una grande responsabilità, sulla quale non possiamo tacere”.

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