La quadra è trovata, in tre ore di vertice. Il centrodestra di Christian Solinas chiude i giochi sulla Giunta e pure sul Consiglio: i Riformatori entrano nell’Esecutivo con due assessori e la Lega fa sua la presidenza dell’Aula. Pace fatta, dunque, da martedì niente più ‘Giunta mini‘: nella massima Assemblea regionale può esordire la squadra al completo. Da dodici. A farne le spese sono però i criteri che il governatore aveva dato alla coalizione, quel ribattezzato metodo Solinas che alla fine risulta ‘lesionato’. Soprattutto le figure di alto profilo, promesse dal presidente, non si sono ancora viste. Forse arriveranno, c’è da sperarlo. Ma al momento mancano.
Sono le 21,30 quando il cancello di Villa Devoto, dove Solinas ha convocato gli alleati, si riapre. I macchinoni con le delegazioni dei partiti lasciano il Palazzo. Si intravedono volti distesi, le risse nel centrodestra sono finite. Per ora. Lo spauracchio di una nuova magra figura è alle spalle.
La prima novità è che i Riformatori non salgono sull’Aventino. I liberal democratici, guidati da Pietrino Fois, avranno due assessorati. “È stato ripristinato l’equilibrio – dice al telefono il coordinatore regionale, un’ora dopo la fine delle consultazioni -: siamo molto soddisfatti”. Il partito prenderà con certezza i Lavori pubblici. Una casella ‘pesante’, visto che controlla sia Abbanoa che l’agenzia Area per l’edilizia abitativa. La seconda delega verrà decisa tra domani e lunedì. Delle due, l’una: i Riformatori avranno i Trasporti (che Solinas non tiene più per sé) o l’Industria. Con un obbligo: indicare un uomo e una donna. Per i nomi ci sono appunto trentasei ore di tempo. Indiscrezioni non ne circolano.
Dall’Udc non parlano. Ma anche Giorgio Oppi il suo risultato l’ha incassato: lo scudo crociato può accomodarsi alla Pubblica istruzione e ai Beni culturali. Cioè, con una manina sia dentro l’Urbanistica che sul Turismo. Roba di peso, ugualmente. In questo caso il nome è noto: nella squadra di governo dovrebbe entrare Andrea Biancareddu, il più votato nel collegio di Olbia-Tempio. E a proposito: sarà il quarto assessore gallurese di questa Giunta, dopo l’azzurro Giuseppe Fasolino alla Programmazione, il sardista Quirico Sanna all’Urbanistica e Daria Maria Inzaina all’Agricoltura (se la Lega non cambia idea da qui a lunedì).
L’ultima scelta spetterà a Sardegna 20venti che prenderà i Trasporti o l’Industria. E dovrà indicare una donna. Si fanno due nomi: Federica Angius e Tiziana Terrana, entrambe candidate alle Regionali di febbraio e non elette. La prima ha corso con Sardegna 20venti, scelta e voluta dal fondatore Stefano Tunis; l’altra è una azzurra pentita, passata col Psd’Az, assessora a Quartu. Ma pare che nessuno dei due nomi sia gradito agli altri due consiglieri del gruppo, Domenico Gallus e Pietro Moro. Si vedrà.
Alla fine non prenderanno nulla né Sardegna civica né Fortza Paris, che hanno piazzato un consigliere regionale a testa, rispettivamente Roberto Caredda e Valerio De Giorgi. Fino a stasera sembrava che i ‘piccolini’ della coalizione potessero entrare nell’Esecutivo in condominio, con una staffetta di metà legislatura. Invece restano a bocca asciutta, almeno a questo giro.
Quanto alla presidenza del Consiglio, l’azzurro Antonello Peru è definitivamente bruciato: la poltrona spetta alla Lega. Il nome più probabile è quello di Michele Pais, esponente dell’assemblea municipale di Alghero, il più votato nel collegio di Sassari lo scorso 24 febbraio. Se anche il gruppo di Forza Italia, per solidarietà a Peru, non dovesse votare Pais, al leghista non dovrebbero mancare i numeri. Il centrodestra ha 36 seggi, i berlusconiani sono cinque. Pais arriva giusto giusto a quota 31, la maggioranza richiesta per diventare presidente. Quella di martedì sarà infatti la quarta votazione, quindi senza più il traguardo dei due terzi (40 preferenze su 60).
Gli assessori a un passo dall’incarico – o quelli da scegliere entro le prossime trentasei ore – si aggiungeranno alla azzurra Alessandra Zedda, neo titolare del Lavoro; al leghista Mario Nieddu, scelto per la Sanità; al sardista Gianni Chessa, nominato al Turismo; a Gianni Lampis, quota Fratelli d’Italia all’Ambiente. C’è poi la delega agli Affari generali e alle Riforme che dovrebbe andare all’ogliastrino Giorgio Todde, altro leghista.
L’accordo trovato nel centrodestra ha però scalfito il metodo Solinas. Su tutto, come si diceva, non si sono viste le figure di alto profilo promesse dal presidente. Durante le consultazioni il governatore aveva ripetuto, quasi instancabile, che il curriculum avrebbe prevalso sul consenso elettorale, le competenze specifiche sulle rivendicazioni dei partiti. Invece nell’assegnazione delle deleghe si scorge una certa spartizione da Prima Repubblica. Il metodo Solinas risulta inquinato da una ‘variabile Cencelli’. Nell’Esecutivo non sarebbero dovuti entrare né i consiglieri eletti né i primi dei non eletti. La Zedda e Chessa, al contrario, avranno il doppio ruolo di assessori ed esponenti dell’Assemblea; Fasolino e Lampis non hanno superato la prova delle urne.
Entro la tarda mattinata di lunedì i partiti devono consegnare al governatore i nomi dei prescelti. Saranno interlocuzioni telefoniche. Così si sono lasciati nel centrodestra. Solinas, quindi, firmerà i decreti in vista del secondo Consiglio, convocato per martedì, alle 10,30.
Alessandra Carta
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