Garante infanzia, per Pais dieci candidati sono pochi: nuovo bando. Ritardo di oltre un anno

Alessandra Carta

di Alessandra Carta

Scade domani, 22 aprile, il bando per scegliere il Garante per l’infanzia e l’adolescenza, casella vuota da un anno e due mesi dopo la fine del mandato di Maria Grazia De Matteis. Da allora il vuoto.

Il bando in scadenza è stato pubblicato il 21 marzo scorso a firma di Michele Pais, il presidente del Consiglio regionale, perché alla massima Assemblea isolana spetta la nomina del Garante per l’infanzia e l’adolescenza, in base alla legge 8 del 7 febbraio 2011, la norma istitutiva in Sardegna di questa figura di tutela dei minori.

Il fatto strano è la decisione di Pais di procedere con una nuova manifestazione di interesse, attraverso il decreto 7 del 2022, perché “al Consiglio regionale sono pervenute solamente dieci candidature” con il precedente bando scaduto il 19 novembre 2020. Ma a scorrere i tredici articoli della legge 8 si scopre che non sono previsti limiti minimi nella presentazione delle domande per decretare (o meno) la validità del bando stesso.

La Sardegna è senza Garante per l’infanzia e l’adolescenza da febbraio 2021, quando sono scaduti i tre mesi di proroga concessi alla De Matteis che era in carica dal 11 novembre del 2017, risulta dagli atti online sul sito del Consiglio regionale. La manifestazione di interesse del 2020 era stata pubblicata nei tempi di legge. Quella che è mancata è la volontà politica di chiudere la partita, malgrado dieci candidature regolarmente presentate.

L’istituto della tutela dell’infanzia e dell’adolescenza ha un budget annuale di 280mila euro. Il Garante dura in carica tre anni e può essere rieletto una volta. Ha funzioni di promozione sui diritti dei minori, ma anche di vigilanza sull’applicazione delle norme a loro difesa. Ha anche il compito di segnalare alle autorità competenti situazioni di disagio e pericolo per i bambini e gli adolescenti.

La sede del Garante è il Consiglio regionale. L’elezione avviene “a scrutinio segreto e a maggioranza dei due terzi dei componenti del Consiglio”, è scritto nella legge 8. “Se nelle prime tre votazioni non viene raggiunto il quorum” previsto, è sufficiente “la maggioranza assoluta dei componenti” dell’Aula.

Alessandra Carta

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