Fondi gruppi, l’ex Pdl Mario Diana in aula: “Mai firmato questi assegni”

“Signori giudici, la firma su questo assegno è sicuramente la mia, ma io non ho mai sottoscritto assegni che fossero compilati in questo modo: utilizzando delle penne diverse nei vari campi”. L’ex capogruppo di An e Pdl in Consiglio Regionale, Mario Diana, ha chiesto di parlare direttamente ai giudici per attirare l’attenzione su un cedolino da 6.000 euro con il quale sarebbero stati acquistati due Rolex (usati) in una gioielleria di Cagliari. È una delle imputazioni che gli vengono contestate dalla Procura che lo accusa di peculato aggravato nell’ambito dell’inchiesta sull’utilizzo ritenuto illecito dei fondi riservati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna (sono coinvolti una novantina di ex consiglieri della XIII e XIV legislatura).

Il colpo di scena è arrivato in aula oggi davanti al collegio della Prima sezione penale del Tribunale di Cagliari presieduto da Giuseppe Pintori. E in effetti, analizzando l’assegno, sia gli avvocati difensori Massimo Delogu e Pierluigi Concas, che il pubblico ministero Marco Cocco, hanno notato che accanto al nome della gioielleria beneficiaria dei soldi si intravedeva una “R”, come se in origine l’intestazione fosse diversa e poi modificata. C’è anche da dire che il gioielliere, nelle scorse udienze, aveva negato di avere avuto rapporti con l’imputato a cui la Procura contesta comunque spese illecite per circa 200 mila euro che arrivano a 600 mila visto che a Diana vengono imputate anche quelle avvallate agli altri consiglieri del gruppo. L’alterazione nell’assegno è apparsa evidente anche ai giudici che hanno sospeso l’udienza e nominato un perito calligrafico che, entro 60 giorni, dovrà chiarire se il cedolino sia stato compilato, fatto firmare all’ex capogruppo del Pdl e poi ricompilato per l’acquisto dei due Rolex in gioielleria. Soddisfatti i difensori che hanno ottenuto anche dal collegio l’ordine di acquisizione in Consiglio regionale dei registri nei quali il gruppo del Pdl della XIV legislatura verbalizzava le riunioni interne. L’ipotesi difensiva è che non sia stato solo Mario Diana a decidere su alcune spese che ora gli vengono imputate, ma che fosse una decisione collegiale. Il processo è poi stato rinviato al 26 gennaio 2018 per sentire come l’ultimo testimone della difesa (l’ex assessore alla Salute, Simona De Francisci, indagata per reato connesso in merito al presunto acquisto con Diana e Piras di alcune penne Montblanc) e per sentire in aula l’esperto calligrafico che esaminerà l’assegno che parrebbe taroccato. Tra gli acquisti contestati a Diana anche libri preziosi e, appunto, penne Montblanc. L’esponente del centrodestra era stato arrestato il 6 novembre 2013, quindi scarcerato a marzo 2014.

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share