Spunta la riforma dell’Agenzia regionale Area (ex Iacp) nella Finanziaria 2015, la prima targata centrosinistra e col solo pareggio di bilancio da rispettare. Tutto scritto l’articolo 5 che al comma 1 prevede di attribuire ad Area “funzioni di studio, progettazione e attuazione delle opere pubbliche“. In buona sostanza, una centrale unica delle infrastrutture. Intanto domani il Pd riunisce a Oristano i sindaci, in vista dell’assemblea generale Anci convocata per lunedì ad Abbasanta. All’ordine del giorno anche l’analisi della manovra da 8,473 miliardi sulle cui richiesta di correzione si registra una convergenza, tutta in casa democratica, tra il segretario Renato Soru e il presidente Anci, Pier Sandro Scano.
Dunque, la Sardegna – salvo emendamenti in Consiglio regionale – si avvia verso l’attivazione di un’Agenzia regionale delle opere pubbliche. Il percorso è scritto all’articolo 5 della Finanziaria: servira un ddl che la giunta di Francesco Pigliaru dovrà varare entro 60 giorni dall’approvazione della manovra. Prevista, al comma 2, pure la costituzione di un “fondo” destinato agli enti locali “per la progettazione e realizzazione delle opere”.
Sulla riconversione di Area, nata con la legge 12 del 2006 per gestire l’edilizia abitativa e il patrimonio ex Iacp, una prima cosa l’ha già detta Scano in audizione nella commissione Bilancio del Consiglio: “Sorprende che l’Agenzia regionale, d’improvviso, passi dall’essere un catorcio all’Arcangelo Gabriele”. Sono storia di inizio legislatura i presunti illeciti commessi dal management di centrodestra e contestati dall’Esecutivo Pigliaru, anche sui bilanci.
La nuova funzione di Area, che è sotto il controllo dell’assessorato ai Lavori pubblici, si lega a doppio filo a due partite chiave della Regione, entrambe al centro del dibattito politico. Una è il mutuo da 600 milioni che la Giunta vorrebbe contrarre per sostenere, con funzione keynesiana, la ripresa economica dell’Isola. Ma a non convincere né Soru né Scano – e qui poggia la convergenza tra i due democratici – sono alcuni asset di intervento.
Nella Direzione pd di sabato scorso, il segretario ha proposto investimenti anche sulla formazione professionale. “Non solo cemento, ma pure attenzione al capitale umano“, è stato l’invito del leader democratici. Dal fronte Anci trapela che sono considerati da rivedere gli eventuali interventi sul sistema idrico e quelli contro il dissesto idrogeologico. In particolare su quest’ultimo punto, l’Associazione dei Comuni ritiene che si rischi di fare un doppione, visto che in Sardegna verrà dirottata una parte di quei 2,2 miliardi recuperati a livello nazionale per mettere in sicurezza i territori.
Domani a Oristano e lunedì ad Abbasanta si parlerà pure di Riforma degli enti locali, cioè la cancellazione delle vecchie province e la promozione di Cagliari ad area metropolitana. Al centro del confronto anche il definanziamento delle opere pubbliche, procedura prevista con l’assestamento di bilancio varato a ottobre e che continua a dividere Anci e Regione.
Proprio oggi l’assessore ai Lavori pubblici, Paolo Maninchedda, ha firmato l’avviso del bando col quale la Regione vuole recuperare gli investimenti definanziati. I Comuni possono presentare domanda dal 23 gennaio. Ci sono a disposizione 30 milioni che, secondo Scano, sono insufficienti per coprire le infrastrutture bloccate. Maninchedda la pensa diversamente e ribadisce che “se i soldi non basteranno, ne metteremo altri in Finanziaria“, si legge in una nota pubblica sul suo blog. Scano non arretra di un millimetro: “Non è solo un problema di soldi, c’è anche la questione di principio. La Regione non può cancellare unilateralmente i propri debiti verso i Comuni. Sul merito va rilevato che per via di questo provvedimento molti enti locali hanno già subìto e subiranno danni rilevanti”.
Quello che viene fuori è certamente una distanza, ancora da colmare, tra Governo sardo e amministrazioni territoriali, le quali contestano infine i “troppi tagli”. La manovra ha ridotto di una trentina di milioni le risorse per il welfare e le non autosufficiente. Di 15 milioni è stato invece diminuito il Fondo Unico, sebbene la Giunta abbia contenuto la riduzione rispetto al 2013, quando era stata di 35 milioni.
Adesso si attende che da Oristano e Abbasanta arrivi la posizione ufficiale dei Comuni. L’Anci reclama l’apertura di un confronto con la Giunta proprio per concertare collegialmente la programmazione.
La Finanziaria, che valeva inizialmente 7,785 milioni, è salita a 8,473 sommando i 572 milioni di accantonamenti e i 115 milioni relativi alle partite di giro”. Di oggi, poi, la notizia dei 300 milioni di acconto versati da Roma sulla Vertenza entrate, ripresa dal presidente Francesco Pigliaru e dall’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci.
Al. Car.
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