Finanziaria, al via il confronto in Aula sulla Manovra 2015

La Finanziaria 2015 è arrivata oggi nell’Aula del Consiglio regionale. Dopo le critiche degli enti locali alla Manovra anche una parte della maggioranza di centrosinistra, con il Pdci, ha avanzato riserve mentre è stata difesa dal presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd) relatore di maggioranza. Se per il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau, si tratta di una “finanziaria di passaggio”, netto il giudizio della relatrice di minoranza, Alessandra Zedda (Fi), che ha ricordato i decreti “scippa Sardegna” e la poca disponibilità della Giunta ai suggerimenti.

In particolare Fabrizio Anedda, di Sinistra Sarda, chiede alla Giunta “più coraggio” rispetto ad un “bilancio ingessato: sembra che non si sia capito quanto sia grave la situazione o da dove iniziare”. Da qui alcune proposte sul riuso degli edifici esistenti, del patrimonio boschivo pubblico e sul credito, “che non è soltanto microcredito” e sui punti franchi.

Poco prima la Manovra è stata difesa ma anche in modo critico dal presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), che ha parlato di due punti caratterizzanti: sviluppo crescita e lavoro (“avviare ulteriori opere pubbliche è il solo modo per rilanciare l’economia, perché è più importante far lavorare le imprese che tagliare l’Irap a aziende che stanno chiudendo” e di attenzione per le povertà nei confronti di “tutte le fasce deboli”. Lo sguardo critico riguarda la carenza di riforme a iniziare da quella sanitaria, per proseguire poi con quella sul personale e sulle società controllate (“occorre mettere fine alle gestioni commissariali e liquidatorie e riorganizzare gli enti e le agenzie in agricoltura i cui tecnici devono ritornare nelle campagne ad assistere gli agricoltori e non stare in città”). Poi ci sono le sfide da affrontare: la vertenza entrate (“il livello di compartecipazioni non è sufficiente e bisogna recuperare capacità di spendita dei fondi comunitari”). Infine, “abbiamo un obiettivo davanti a noi, l’assunzione della finanza locale da parte della Regione: anche gli enti locali devono avere la possibilità di operare senza vincolo alcuno”.

Per il capogruppo di Sardegna Vera, Efisio Arbau, si tratta di una “finanziaria di passaggio, perché restano da definire le riforme sulla sanità e sugli enti locali. Noi vogliamo autogovernarci sulle entrate e i comuni devono diventare di completa finanza regionale inserendo questa previsione nello Statuto. Dobbiamo chiederci cosa fa la Regione per i cittadini”. Poi un monito a Giunta e coalizione di centrosinistra: “Senza Pigliaru non siamo più maggioranza”.

Nella relazione di minoranza Alessandra Zedda (Fi) ha ricordato “l’accordo capestro di luglio sul pareggio di bilancio, che è da apprezzare solo se lo Stato ci riconosce le entrate di competenza e non solo residui attivi. Mentre qui si invita alla calma il Governo che continua a sfornare decreti e scippa la Sardegna”. Secondo Zedda, “maggioranza e Giunta sono stati poco disponibili ai suggerimenti della minoranza sul sociale, lavoro, formazione, alluvione, servizi e imprese, soprattutto sullo sgravio Irap”. Poi alcune sferzate: “Perché indebitarci e non chiedere i soldi allo Stato cioè 700 mln di euro? E dove sono le politiche keynesiane quando le riforme sono insufficienti e non sono giunte al termine? E infine per il progetto dell’ex San Raffaele non sono neppure stati stanziati i 54 mln nel bilancio? I soldi dei sardi quando li incassiamo?”. Duro anche Mario Floris (Uds): “E’ una manovra inadeguata e insufficiente nei confronti dello Stato e sul piano interno”.

“Alla base di questa Finanziaria 2015 non c’è un’idea di Sardegna ma anzi assomiglia ad un bilancio liquidatorio fatto da chi confonde il ruolo di rappresentante dei sardi con quello di commissario governativo. Serve, invece, coraggio e non dico che non abbiamo bisogno di un Don Abbondio ma abbiamo bisogno di un presidente”, è duro l’attacco condotto dall’ex presidente della Regione, Ugo Cappellacci (Fi) alla Giunta sulla Manovra in discussione in Consiglio regionale. Evidenziando che “anche una parte non insignificante della maggioranza rilancia la vertenza entrate che non è chiusa”, Cappellacci sollecita a “riprendere un dibattito sul tema che la Giunta ha negato”, per effetto dell’accordo “fregatura” che contiene “errori da matita blu” e che avrebbe avuto come conseguenza che “i soldi dei sardi sono stati fregati da un signore toscano. Persino il segretario del Pd non perde occasione per dare giudizi sferzanti sulla Giunta – osserva – che sembra avere un timore reverenziale quando si indebita per 700 mln invece che richiedere quanto ci spetta dal Governo”. Poi un cenno alla battaglia sullo sgravio dell’Irap (“aumentare l’aliquota è follia”) e sulla fiscalità di vantaggio (“è una scelta sbagliata abbandonare la battaglia”).

 

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