Film commission, la direttrice Satta blinda le carte: verifiche impossibili sugli affidamenti

Alessandra Carta

Sardegna Film commission, la Fondazione che nell’Isola si occupa di cinema e audiovisivo, nega a Sardinia Post la possibilità di proseguire con le verifiche sugli affidamenti diretti. Nei mesi scorsi, il nostro giornale aveva passato al setaccio le risorse assegnate senza gara, perché sotto la soglia dei 140mila euro, in diversi enti e agenzie pubbliche. Dalla Fondazione Mont’e Prama alla Provincia di Nuoro passando per il Consorzio industriale Ogliastra e il 150° della Deledda. L’obiettivo è stato quello di ricostruire la mappa dei costi.

In tutte le risorse assegnate in maniera diretta, a fronte di spese legittime, è sempre saltato all’occhio un comune denominatore: la ricorsività dei nomi, sebbene la normativa in materia di finanza pubblica imponga la rotazione degli operatori. Atti alla mano, nel 2021 i fornitori si sono ripetuti anche nella Film commission regionale, di cui Sardinia Post ha ricostruito gli incarichi in due puntate: una del 23 marzo, dove sono stati analizzati i pagamenti di ristoranti, catering, buoni benzina e missione a Venezia (leggi qui). Nell’articolo del 30 marzo, invece, abbiamo rilevato tra le altre cose il record di un affidatario che ha emesso in un anno ben ventitré fatture, pari ad altrettanti incarichi ottenuti (leggi qui).

Il nostro giornale aveva potuto approfondire il tema degli affidamenti diretti in tutti gli enti citati perché è stato possibile recuperare gli atti pubblici. Atti che nel caso della Film commission non erano online relativamente al 2022, ciò che ha impedito alla nostra testata di proseguire il lavoro di inchiesta. Quindi, in base al decreto legislativo 33/2013, abbiamo presentato via Pec una formale richiesta di accesso civico. La notte di sabato, la direttrice Nevina Satta ha risposto alla nostra mail, certificata inviando un file che si trova online sul sito della Fondazione nella sezione ‘Bandi di concorso, gara e contratti’.

Peccato che, a differenza dei documenti relativi agli anni precedenti, stavolta non sono state inserire le informazioni base per mappare tutte le spese. I dati indicati sono pochissimi e soprattutto insufficienti.

Nell’ultimo documento messo online dalla Satta, compare dapprima il Codice Cig. È cliccabile e rimanda a una pagina dell’Anac, l’Autorità nazionale per l’anticorruzione. Ma poi compare la scritta “Impossibile fare l’autenticazione”.

La seconda voce è l’oggetto. È scritto nella maniera più generica possibile, ciò che non permette di recuperare nemmeno il destinatario dell’affidamento diretto. Compare quindi la “Data comunicazione” e lo “Stato” della pratica. Nessuna di queste informazioni è cliccabile e ancora una volta sono inutili. Questo a differenza del file 2021, quello in estensione xml, da cui invece si potevano recuperare tutte le informazioni necessarie per mappare le spese dei fondi pubblici.

La cartina di tornasole su come la Satta avrebbe dovuto compilare il documento del 2022 è data anche dal file degli affidamenti 2019-2020, ugualmente online sul sito della Film commission e da cui si può ricavare, come successo per il 2021, l’anno, la tipologia dell’atto, la descrizione dell’incarico, il fornitore scelto dalla Fondazione. Ancora: il numero di Cig, la piattaforma dove è avvenuta la domanda/offerta, il numero dell’atto di aggiudicazione e gli importi, netti e lordi. Ovvero tutte le informazioni utili e indispensabili per ricostruire con precisione a chi vengono assegnate le risorse pubbliche e per quale ragione.

Dopo la richiesta di accesso civico, Sardinia Post era in contatto anche con il presidente del Cda, l’avvocato Gianluca Aste, il quale nei giorni scorsi si è accertato del fatto che la Fondazione, attraverso la direttrice Satta, rispettasse la scadenza dei trenta giorni, termine entro il quale la Film commission ha consegnato il file richiesto sugli affidamenti del 2022. Risentito stamattina, Aste dice però di non conoscere la natura del documento inviato dalla Satta e quindi la presunta incompletezza segnalata al presidente dal nostro giornale.

Insomma, si apre un caso di cui dovrà necessariamente occuparsi anche Andrea Biancarreddu, l’assessore alla Cultura e alla Pubblica istruzione che ha la supervisione della Film commission.

Alessandra Carta

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