La Giunta regionale stacca il primo assegno per pagare i residui passivi con l’anticipo di 300 milioni di euro della vertenza entrate incassati dallo Stato tre settimane fa, il 16 gennaio scorso: i primi 70 vanno alle politiche socio-sanitarie. Saranno dunque destinati alle famiglie in situazioni di povertà, all’assistenza domiciliare per i non autosufficienti, ai malati gravi e ai portatori di handicap. “Iniziamo a pagare da questo settore perché la nostra attenzione è massima per i non autosufficienti” dice l’assessore della Programmazione e del Bilancio, Raffaele Paci, che spiega che “a stretto giro seguiranno gli altri pagamenti per l’istruzione, la cultura, il lavoro, tutti settori strategici su cui questa Giunta vuole puntare. Iniziamo così a eliminare quei debiti accumulati negli anni, provocati dai vincoli di spesa imposti dal patto di stabilità che la Sardegna non deve più sopportare grazie all’accordo del 21 luglio con lo Stato. L’eliminazione del Patto – conclude il vicepresidente della Regione – permetterà di non accumulare più debiti per il futuro, perché tutto quello che viene stanziato da quest’anno potrà essere speso interamente”. L’assessore della Sanità, Luigi Arru, rassicura anche sugli stanziamenti per il settore previsti per quest’anno dalla manovra finanziaria. “Non ci sarà nessun taglio lineare alle politiche sociosanitarie, stiamo analizzando la complessa situazione del settore con le parti sociali e le associazioni, con un obiettivo chiaro e preciso: tutelare al massimo chi ne ha bisogno, e garantisco che nessuno che ne abbia davvero bisogno sarà privato del sussidio da questa Giunta”. L’assessore ha osservato che “in Sardegna c’è una spesa sociale molto alta, e situazioni di inappropriatezza su cui vogliamo far luce: mettono a rischio la tutela dei più deboli nei confronti dei quali l’attenzione è invece massima e costante”.
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