Entrate, Consiglio convoca parlamentari sardi: si presentano in 5 (su 25)

Riunione congiunta delle commissioni Autonomia e Bilancio del Consiglio regionale tra assenze e polemiche. La seduta l’avevano convocata i rispettivi presidenti, Francesco Agus e Franco Sabatini, per sentire i parlamentari sardi sulla questione dei rapporti economici e finanziari tra lo Stato e la Regione. Si sono presentati in cinque su venticinque: Gavino Manca e Romina Mura del Pd, Pino Cabras del M5s, Salvatore Deidda di Fratelli d’Italia e Christian Solinas della Lega-Psd’Az. Non invece i parlamentari di Forza Italia, il senatore Emilio Floris e i deputati Ugo Cappellacci e Pietro Pittalis e tutti gli altri quindici eletti dei Cinque Stelle, più il leghista Guido De Martini e l’ex segretario del Pd Giuseppe Luigi Cucca (qui i nomi di tutti gli eletti). “Non vogliamo essere complici con chi ha firmato l’accordo patacca – hanno spiegato gli azzurri – il centrosinistra ha tradito i sardi: occorre aprire una nuova vertenza con lo Stato, ma a guidarla devono essere un presidente e una maggioranza credibili”.
Entrate: ora vertenza per regionalizzare la finanza locale

Nella riunione congiunta è stato fatto innanzitutto il punto sulla situazione attuale: i Comuni sardi sono quasi totalmente a carico del bilancio regionale, le Province hanno costi coperti dallo Stato solo per lo 0,9% e poi c’è il nodo dei 680 milioni all’anno di accantonamenti e sui cui la Giunta ha aperto la vertenza col Governo nella precedente legislatura. A scattare la fotografia è stato Sabatini che ha detto: “Il ruolo dei parlamentari è fondamentale per individuare il percorso istituzionale migliore e sottoporre le istanze a Parlamento e nuovo Esecutivo”. Così Agus: “L’intervento sostitutivo della Regione in materia di finanza locale va ad incidere, attraverso il fondo unico degli Enti locali, sull’unico spazio finanziario libero delle risorse regionali”. Per i due presidenti delle commissioni consiliari, la strada da seguire è “la regionalizzazione della finanza locale”.

“La materia richiede un impegno comune – ha sottolineato Gavino Manca – che dovrà sfociare in una risoluzione unitaria del Consiglio regionale da sottoporre alla commissione bilancio di Camera e Senato, senza escludere un confronto con i ministri interessati e con lo stesso presidente del Consiglio”. Per Romina Mura “gli effetti positivi della riunione di oggi sono legati al suo carattere trasversale: sono convinta che la regionalizzazione della finanza locale sia una buona idea da portare avanti”. Pino Cabras: “La situazione della Sardegna è il frutto delle politiche di austerità e del pareggio di bilancio che, inserite in un quadro costituzionale rigido, hanno causato ripercussioni molto negative sulla società”, ha argomentato. E poi, ha precisato: “Occorre una autocritica su questa stagione scandita anche da un eccessivo trionfalismo del governatore Pigliaru”. Christian Solinas ha ricordato che “la situazione di grande difficoltà che vive la Sardegna va attribuita ai governi nazionali precedenti e non a questo appena insediato”. Chiudendo la riunione, Sabatini ha annunciato per il prossimo 30 luglio una nuova riunione congiunta con i sindaci, al termine della quale sarà presentata al Consiglio una dettagliata risoluzione sui temi della finanza regionale.

Il centrodestra ha denunciato: “Nel 2014 Pigliaru e compagni hanno consegnato il salvadanaio dei sardi a Renzi, hanno ritirato i ricorsi presentati da noi verso lo Stato e perfino rinunciato agli effetti positivi di quelli già vinti. Per intenderci, solo la resa sugli accantonamenti ha fatto perdere alla Sardegna 4 miliardi di euro”. La seduta comune è stata abbandonata anche dai consiglieri di Fi Alessandra Zedda e Stefano Tunis per “la mancanza del numero legale causato – dicono – dall’assenza dei componenti della maggioranza. Abbiamo così convenuto che non era il caso di offrire il fianco a iniziative disperate del centro-sinistra che tenta, a fine legislatura, di farsi paladino della vertenza Entrate dopo anni di immobilismo e di comportamenti servili nei confronti dei Governi nazionali”. Assente anche il  capogruppo dei Riformatori, Attilio Dedoni: “Ritengo un impegno vano, utile solo alla campagna elettorale del centrosinistra – spiega – avviare ora, a legislatura ormai conclusa e con un governo di diverso colore politico appena insediato, un nuovo percorso di rivendicazione nei confronti dello Stato”. Pur presente, critico il deputato di Fdi Deidda: “Abbiamo preso parte ai lavori solo per senso di responsabilità, ma ci sfugge il senso di tanta premura e riscoperto impegno da parte del centrosinistra a pochi mesi dalle elezioni”.

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