Edilizia, prosegue mobilitazione lavoratori: “Subito risposte dalla Giunta”

Prosegue la mobilitazione dei lavoratori delle costruzioni in Sardegna, avviata il 27 novembre scorso con un’assemblea ad Abbasanta. I segretari di Fillea, Filca e Feneal e le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil hanno condiviso un documento nel quale si avvia una nuova fase di protesta nei confronti delle istituzioni, a partire dalla Regione e per proseguire con gli enti locali e con enti come Asl o Anas.

Inizialmente sarà chiesto un confronto con la Giunta regionale, ma se non ci saranno risposte concrete sulle prospettive di sviluppo la mobilitazione si sposterà in piazza alla presenza dei lavoratori dell’edilizia. Un primo appuntamento è già stato fissato per il 30 gennaio nel Nord dell’isola, probabilmente lungo la Sassari-Olbia.

“La prospettiva per il 2015 non è serena e dopo la manifestazione del 27 novembre ad Abbasanta – ha detto il segretario regionale della Filca Cisl, Giovanni Matta – ora occorre trovare un modo tutti insieme per richiamare l’attenzione su un settore che, come emerge anche dai dati di Edilcassa, è in disfacimento. Dal 2007 ad oggi il monte salari delle piccole imprese è crollato di oltre 2/3 e nell’ultimo c’è stato un -15%. Il problema forte è il lavoro e la politica è attardata a discutere in altre questioni. Se non riusciamo ad arginare adesso questa situazione di disfacimento, probabilmente più in là avremo più difficoltà”.

Chicco Cordeddu, della Fillea Cgil, ha ricordato “i ritardi nell’approvazione del disegno di legge sull’edilizia” e ha sollecitato “chiarezza sul mutuo da 600 mln per finanziare la realizzazione di infrastrutture: queste risorse dovrebbero servire anche per un avviare un percorso di svuotamento del serbatoio di ammortizzatori sociali e invertire la tendenza”.

Per Gianni Olla, segretario generale Feneal Uil, occorre porre in essere “un ragionamento con la Giunta regionale, con le segreterie confederali. Il settore delle costruzioni è in grado di risollevare l’economia della Sardegna a partire dal mutuo da 600 milioni che però deve essere visto come un’opportunità per realizzare il massimo dell’occupazione possibile. Non faremo sconti a nessuno perchè sono passati 11 mesi dall’inizio di questa legislatura – ha concluso – i tempi accademici sono diversi da quelli di chi lavora e noi lavoriamo”.

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