Deriu, l’aspirante governatore: “Io ho sempre vinto, altri no…”

Al momento è l’unico candidato alle primarie del centrosinistra per la carica di Governatore della Sardegna. Roberto Deriu, 43 anni, da otto presidente democratico della provincia di Nuoro, ha annunciato la sua candidatura con larghissimo anticipo, nel novembre scorso, suscitando l’ironia del suo segretario provinciale: ”Ma a cosa si candida? Secondo me non sta bene”, commentò Giuseppe Pirisi. In effetti Deriu si era appena autosospeso dalla presidenza della Provincia per “problemi di salute”. Ma poi, recuperata la forma fisica, è tornato al lavoro.

Sabato ha presentato la sua candidatura a Nuoro. Tra i fedelissimi, molti segretari di circoli, e qualche amministratore cittadino. Ma più che le presenze a spiccare sono state le assenze: Tore Ladu prima di tutto, uomo tra i più potenti del Pd isolano e di cui Deriu fino a qualche mese fa è stato il delfino politico. Si dice che la rottura sia avvenuta quando Ladu ha preferito sostenere la candidatura al Parlamento del consigliere regionale Giuseppe Luigi Cucca (altro degli assenti) non rispettando accordi precedenti presi con Deriu (il quale ha sempre smentito questa ricostruzione). Assenti anche il sindaco di Nuoro Sandro Bianchi e il consigliere regionale Vincenzo Floris alleati di ferro di Deriu alle provinciali di tre anni fa. E mancava all’appello anche l’europarlamentare Francesca Barracciu che i rumors danno in corsa per le primarie come Governatore. La fotografia di un partito diviso.

Sono passati parecchi mesi dalla candidatura di Deriu, ma sul fronte primarie è ancora quasi tutto da definire: non è chiaro quando si faranno (il 7 luglio, ma poi chissà), né quali saranno i confini della coalizione, Né il programma. E cresce il numero di quanti cominciano a dubitare dell’efficacia delle stesso primarie: l’articolo di Lilli Pruna per Sardinia Post ha fatto molto discutere. Deriu, comunque, resta saldamente al suo posto e attende. Non con le mani in mano. L’altro ieri – con i neoparlamentari Roberto Capelli (Centro democratico) e Luciano Uras (Sel) ha tuonato :“Prima i programmi poi la scelta del leader”.

Presidente, ci aiuti a capire. Lei prima si candida, poi dice che bisogna fare il contrario?

“La mia candidatura è nata a novembre con lo scopo di portare dei contenuti nel dibattito politico, più che altro è stata un veicolo per la discussione dei programmi. Vorrei che si uscisse dalla logica dei posti e si entrasse in quella di governo. Io, per esempio, essendo un forte sostenitore del decentramento delle competenze amministrative agli enti locali, non potrei mai fare il presidente con esponenti politici che hanno fatto del gigantismo politico della Regione la loro cifra. Non bisogna fare l’ errore che si è fatto con le primarie per Politiche”.

Quale?

“Abbiamo scelto ‘per simpatia’, senza che fosse chiaro l’obiettivo che gli eletti avevano. E infatti al primo ostacolo, l’elezione del presidente della Repubblica, sono caduti”.

Presidente, le faccio i nomi che ricorrono a proposito dei suoi potenziali avversari: Renato Soru e Francesca Barracciu, intanto. Ma si parla anche di una candidatura di Silvio Lai e, a sinistra, ricorre il nome della sociologa Lilli Pruna. E poi c’è quello, che torna periodicamente, del segretario della Federazione nazionale della stampa Franco Siddi. Una bella sfida, non le pare?

“Sì bella e interessante, ma al momento sono l’unico candidato sono io”.

Pure la candidatura di Soru ormai è data per certa, anche se manca l’annuncio ufficiale…

“Aspettiamo. Ma va detto subito che, in generale, bisognerebbe candidare chi può vincere le elezioni, non chi le ha già perse”.

Beh, chi ha perso può anche rivincere, no?

“Io non ho mai perso”.

Ma la seconda volta ha vinto con appena il 30 per cento degli aventi diritto.

“E allora? Ho comunque preso più voti di tutti gli altri”.

Ma alle prossime Regionali vincere non sarà facile, tra avanzata dei “grillini” e crisi del Pd…

“Per vincere bisogna proporre un programma serio , un programma vincente. Il Pd serve se vince le elezioni altrimenti resta un ospizio di ex Dc e di ex Pci”.

Qual è il suo programma ‘serio e vincente?’

“Io propongo ‘super-leggi’ e non leggine, come invece abbiamo visto fare fino ad ora da Soru e Cappellacci. ‘Super- leggi’ su quattro settori fondamentali per la Sardegna, da attuare in sei mesi al massimo: giovani, sistema burocratico, sistema fiscale e ‘terra’.  Per ‘terra’ intendo sia rilancio dell’agricoltura, sia la difesa dell’ambiente. Riforme che devono essere concepite e approvate in Regione, ma la competenza amministrativa, assieme alla metà del bilancio regionale, va trasferita agli enti locali. Sono gli enti locali a impiegare le risorse nel modo più semplice ed efficace”.

Non crede che per vincere ci vogliano  nomi nuovi? In Sardegna Grillo alle Politiche ha preso più voti della coalizione del centro sinistra e il ” partito degli anti-casta” dilaga. Non teme in questo momento di essere percepito come un rappresentante della casta? La sua carriera politica è già molto lunga  e or prepara la scalata alla Regione. Insomma, non avverte l’umore degli elettori?

“Per me casta è chi ha il vitalizio”

Beh, tra i privilegi non c’è solo il vitalizio…

“Ripeto:.  per me ‘Casta’ è chi ha il vitalizio. Io non vivo in eterno da politico, vivo per il lavoro politico che svolgo. E i contributi me li pago”.

Ecco, a proposito di contributi. Qualche anno  fa lei è stato investito da una polemica a cui è poi addirittura seguita un’inchiesta giudiziaria, poi archiviata: la Provincia le avrebbe versato per tre anni contributi non dovuti all’Inpgi (ente di previdenza dei giornalisti). Non dovuti si diceva visto che nessuno sapeva che lei svolgesse la professione di giornalista. Alcuni consiglieri di opposizione le hanno chiesto di restituire i 100 mila euro versati all’Istituto previdenziale.

“La magistratura ha archiviato l’indagine e questo ha chiarito che era tutto pulito. Quei contributi mi erano dovuti.: io lavoravo nel campo del giornalismo”.

L’altro giorno su Facebook è stata lanciata una campagna ironica sulle cinquanta firme che sostengono la sua candidatura alla Regione. Si diceva: provate a trovare un candidato che non sia a libro paga del presidente Deriu. In effetti ci sono tanti nomi di persone che lavorano a tempo determinato nell’amministrazione provinciale che lei presiede.

“Non è per niente vero. Controlli bene quella lista e vedrà che ci sono tanti amministratori locali. Tutta gente che fa politica perché ci crede. E poi quanti posti pensa che possa dare un Comune o una Provincia? Cento? E pensa che un numero del genere possa determinare il successo elettorale di qualcuno? Io penso di no”.

Oggi si dichiara paladino delle primarie, ma nel 2010 quando Efisio Arbau volle sfidarla alle elezioni provinciali non la pensava così, tanto che le primarie non si svolsero. Cosa direbbe oggi a Efisio Arbau?

“Gli direi che lui doveva rispettare le regole. Il partito aveva deciso che il presidente uscente doveva essere giudicato dall’organo del partito con la maggioranza dei due terzi. Quella maggioranza ha deciso che io ero andavo riconfermato. E’ stato Arbau a non rispettare le decisioni e a reagire in modo infantile candidandosi comunque e rischiando così di far perdere il centro sinistra. alla fine, comunque, ho vinto io”.

Maria Giovanna Fossati

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