Cumpostu l’irriducibile: “Noi indipendentisti come i capponi di Renzo”

Niente elezioni 2014 per Sardigna Natzione: lo storico movimento dell’indipendentismo isolano si ferma un giro. Ma non rimane in silenzio. A parlare è il suo leader, Bustianu Cumpostu, che questa mattina ha convocato una conferenza stampa per spiegare le ragioni dello stop. «Non è andata a buon a fine – dice – la trattativa che da mesi ci vedeva impegnati con l’obiettivo di costruire l’unità del nazionalismo sardo. I nostri compagni di viaggio hanno scelto strade diverse. Ma l’indipendentismo ha vinto ugualmente: adesso ce lo copiano i partiti italiani, mettendolo in vendita nelle loro bancarelle della politica».

Cumpostu, per la prima volta dall’81 lei è fuori dalla Regionali. Deluso?

«Assolutamente no. Sono un combattente, siamo combattenti in Sardigna Natzione. Ma quel che conta è la sensibilizzazione del nostro popolo: l’indipendentismo non è più un tabù. Poi è noto che il nostro consenso non si misuri elettoralmente, ma dalla capacità di rendere consapevoli i sardi sulla necessità di una battaglia per la libertà».

Il 16 febbraio non andate a votare?

«Non abbiamo dato indicazioni di voto. Ma crediamo che Gigi Sanna, l’indipendentista alla guida del Movimento Zona Franca, abbia presentato una proposta di governo credibile. Il sistema delle imprese va sostenuto con nuove politiche di defiscalizzazione, perché quel tessuto produttivo è l’ossatura della nostra economia».

L’unità dell’indipendentismo perché naufraga sistematicamente?

«Finiscono per prevalere i personalismi, non solo dei singoli ma anche delle sigle».

Nomi?

«Il 14 luglio, per il tramite della Fondazione Sardinia, abbiamo riunito tutto il mondo indipendentista. Volevamo arrivare all’assemblea generale del popolo sardo. Ma ‘A Manca’ è stata la prima a lasciare il tavolo. In queste Regionali corrono da soli, con un proprio leader e la lista Fiu (Fronte unidu indipendentista). Io dico che bisogna essere prima nazionalisti e poi comunisti, non il contrario».

Tolta ‘A Manca’ chi restava?

«Eravamo comunque in tanti, e pronti a candidare Paolo Maninchedda alla presidenza della Regione. La proposta univa non solo il Popolo dei Sardi, di cui Maninchedda è il fondatore insieme a Franciscu Sedda, ma anche iRs e Sardigna libera».

Poi cosa è successo?

«È saltato tutto quando ha cominciato a farsi incerta la candidatura di Francesca Barracciu. Col suo ritiro, Popolo dei Sardi, iRs e Sardigna libera hanno preferito andare col centrosinistra».

L’iRs di Gavino Sale appoggia Francesco Pigliaru.

«L’amico Gavino diventerà un ingranaggio dei partiti italiani. Non credo possa aspirare ad altro».

Claudia Zuncheddu, la leader di Sardigna libera, si è candidata con Sel, da indipendente.

«Lei è un’uscente del Consiglio. Ha potuto presentare tante interrogazioni. Ma sono rimaste nei cassetti del Palazzo. Il suo unico traguardo è stato quello di finire nel Protocollo della Regione».

Contatti con ProgRes ne avete avuti?

«C’erano anche loro nell’incontro di luglio. E quando è naufragata l’assemblea generale del popolo sardo, la trattativa con ProgRes si è fatta più intensa. Abbiamo discusso sull’eventualità di presentare una quarta lista dentro ‘Sardegna Possibile’. Ma per noi era troppo oneroso versare mille euro a candidato per sostenere la campagna elettorale».

A novembre 2013 aveva preso forma la Consulta rivoluzionaria, e sembrava il preambolo per la costruzione di un movimento unitario degli indipendentisti.

«Per esempio ne faceva parte Soberania di Pietro Murru, ma poi loro hanno scelto di andare col ‘Popolo sardo’ di Mauro Pili».

Lei il 7 gennaio ha comunque depositato il simbolo di ‘Soberanistaas indipendentistas’, potenziale lista tra Sardigna Natzione, Sardigna libera e iRs.

«Dobbiamo cambiare passo una volta per tutti: scontrarci tra noi come i capponi di Renzo è solo un vantaggio per i partiti italiani».

Vinceranno ancora loro in queste elezioni?

«La nostra semina non è finita, ma siamo a buon punto».

Alessandra Carta

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share