E’ iniziata mercoledì 18 gennaio 2017, con la riunione della Segreteria Regionale e la conferenza stampa nella sede di Sassari, la campagna di mobilitazione della Fsi unitamente alla Confederazione Unione Sindacati Autonomi Europei (USAE), nell’ambito della vertenza nazionale per rivendicare aumenti salariali adeguati per i lavoratori delle Pubbliche amministrazioni centrali e locali (in cui vanno comprese anche scuola e sanità) e la sottoscrizione delle relative petizioni. Una vertenza per cui la Federazione chiede il coinvolgimento ed il sostegno di tutti i lavoratori delle pubbliche amministrazioni centrali e locali, ovunque essi operino.
Ne ha dato comunicazione la Segreteria Regionale della Federazione della Sardegna, che ha rammentato come Fsi-Usae nazionale abbia decisamente rifiutato di sottoscrivere l’accordo intervenuto fra la Ministra per la pubblica amministrazione Marianna Madia e i sindacati Cgil-Cisl–Uil, giudicandolo inaccettabile ed inadeguato e, dal lato economico, scandaloso, un vero e proprio tradimento dei lavoratori da 8 anni senza rinnovo contrattuale e con le retribuzioni erose dagli aumenti dei beni di prima necessità; FSI –USAE dichiara aperta la vertenza e seguendo le procedure di raffreddamento del conflitto, di fatto apre la strada delle mobilitazioni regionali e locali di tutte le amministrazioni pubbliche ed enti privati della Regione Sardegna.
Mercoledì è iniziata la prima fase della vertenza e sarà quindi messo in distribuzione il materiale informativo in tutte le amministrazioni pubbliche della Regione, a cui faranno seguito le assemblee e le manifestazioni a carattere territoriale .
“I lavoratori della pubblica amministrazione hanno il diritto ad una giusta retribuzione (commisurata alle competenze, capacità e performance) e alla possibilità di recuperare il potere di acquisto delle proprie buste paga – hanno dichiarato Luciano Sitzia, segretario regionale della FSI e Mariangela Campus, segretaria nazionale dell’USAE – Rivendichiamo da subito, con questa tornata contrattuale, il riallineamento degli andamenti retributivi e contrattuali dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni centrali e locali con quanto avvenuto per i lavoratori del lavoro privato e chiediamo aumenti adeguati per una cifra che, al netto degli 80 euro di decontribuzione, si può quantificare in 250 euro medie pro capite. L‘accordo sottoscritto lo scorso 30 novembre fra la Ministra Madia e Cgil-Cisl–Uil (sottoscritto poi anche dalla Confsal) tradisce gli impegni precedentemente assunti anche dagli stessi soggetti con i protocolli del 2009, non prevede alcun aumento per il periodo 2013-2015 e prevede degli aumenti medi pro-capite di 85 euro per il triennio 2016-2018, accordo che tradisce le attese e i meriti di tutti i lavoratori. È dal 2010 che per i lavoratori delle pubbliche amministrazioni è in vigore il blocco delle retribuzioni (stabilito con il decreto legge 78/2010, prorogato con il dl 98/2011, norme richiamate dalle manovre finanziarie successive) ma nel frattempo è intervenuta la sentenza della Corte Costituzionale n. 178 del 2015 che ha dichiarato illegittimo il blocco e richiesto la riaperture dei contratti a partire dal luglio 2015 e quindi nel pieno del triennio 2013-2015″.
“Nello stesso periodo – prosegue la nota dei sindacati Fsi e Usae – i grandi contratti di categoria del settore privato sono già stati rinnovati almeno due volte: prima per il triennio 2010-2012 e poi per quello 2013-2015 con degli aumenti che si aggirano rispettivamente sui 100 e sui 130 euro. E sono contratti che sono stati firmati da CGIL, CISL e UIL che dovrebbero quindi agire in continuità e anche nel settore pubblico che merita attenzione e sensibilità. Questa vertenza pertanto potrà apparire utopica ma solo per le risorse finora messe a disposizione dal Governo ma non certamente fondata e giusta nei principi. Non deve sfuggire che il governo mentre per i suoi lavoratori del settore pubblico piange miseria ( e non per quelli parlamentari e della presidenza del consiglio dei ministri), quando si tratta di andare incontro alle banche per riparare i danni fatti da cattivi amministratori pagati milioni di euro, questo stesso Governo ha messo sul piatto 20 miliardi senza fiatare e senza una battito di ciglia”.
La mobilitazione coinvolgerà tutti i dipendenti delle pubbliche amministrazioni ed enti pubblici della Sardegna a tutti i livelli
“I dipendenti pubblici – concludono Sitzia e Campus – potranno sottoscrivere il nostro volantino direttamente su proposta dei nostri dirigenti sindacali che si renderanno presenti con banchetti e gazebo nelle sedi principali in date che verranno rese note al più presto e contattarci attraverso i diversi social network (Facebook, Twitter) o attraverso l’accesso al sito web della Fsi-Usae”.
