Massimo Zedda si è già tolto il pensiero vincendo il primo turno a Cagliari. E lo stesso vale per Francesco Dessì a Capoterra: tutti e due possono già pensare a programmi e squadre di governo. Ma per tanti altri Comuni sardi sopra i quindicimila abitanti chiamati al voto, si parlerà di elezioni ancora per due settimane. Anzi, se possibile, anche più di prima visto che c’è lo scontro finale dei ballottaggi. Giorni di passione sino al nuovo appuntamento con le urne fissato per il 19 giugno. Fari puntati su Olbia con lo scontro classico centrodestra-centrosinistra tra Carlo Careddu, vice sindaco uscente del Pd, e Settimo Nizzi, deputato di Fi. Il primo è in vantaggio con il 32,3% mentre l’avversario è fermo al 28%.
A Carbonia, tradizionalmente rossa, l’insidia arriva dal Movimento 5 stelle: sarà la grillina Paola Massidda a sfidare il sindaco uscente Giuseppe Casti, centrosinistra. Il resto della coda elettorale è tutto nella città metropolitana. A Sinnai lo scontro è tutto nel centrosinistra perché Sel sostiene, insieme a Centro democratico-Partito dei sardi, Psd’Az, Rossomori e due civiche il candidato Matteo Aledda, in vantaggio con il 45,6 per cento. Mentre il Pd è il partito della rivale, il sindaco uscente Barbara Pusceddu, aiutata nella scalata alla riconferma anche da quattro civiche. Ipotesi di svolta a Monserrato, “rossa” negli ultimi venti anni: in vantaggio è il candidato sostenuto da Riformatori, Socialisti e due civiche, Tomaso Locci. Dovrà vedersela con Tonio Vacca, sindaco in due consiliature, alla guida di una coalizione con Sel, Psd’Az, Rossomori e civica. Fuori dai giochi il Pd, ma con gli apparentamenti potrebbe tornare in corsa: l’appello di Vacca per la rimonta è esteso a tutti i monserratini, a partire dal mondo dei Democratici.
