Catalogna, referendum d’indipendenza. Ecco le proposte del Partito dei sardi

Le elezioni in Catalogna, di fatto considerate un referendum per l’indipendenza, spingono ad alcune riflessioni politiche anche in Sardegna. In una nota il segretario del Partito dei sardi, Franciscu Sedda, ricorda alcuni passaggi imprescindibili “per un possibile cammino verso l’indipendenza”.

In tutto sono quattro i punti, già formalizzati, e ora ribaditi.

Il primo, secondo Sedda, è quello della crescita del progetto del Partito “attraverso la qualità della nostra azione indipendentista al governo della Sardegna e delle comunità della nostra Natzione”. Per questo, spiega: “Nei giorni scorsi ho fatto appello al coraggio, nostro e dei sardi, a mettersi collettivamente in gioco. Nulla più di un partito forte, credibile, propositivo può in questo momento spingere l’orizzonte verso l’autodeterminazione”.

Il secondo è di stimolo: “continuare a provocare le forze dinamiche della società e della politica sarda ad accettare la sfida della costituzione di un grande Partito della Nazione Sarda”. L’ideale è “un partito nutrito dei valori del patriottismo civile, della democrazia, della solidarietà, del lavoro. Per i sardi e per la Sardegna”. Con chiaro “l’orizzonte dell’autodeterminazione nazionale, del diritto a decidere dei sardi, della sovranità da praticare attraverso l’azione di governo”. Senza paura “di mettere la sua forza in gioco anche attraverso alleanze tattiche e strategiche con chi indipendentista non è per governare già nel presente la Sardegna da Stato, per fare concretamente lo Stato sardo”.

Il terzo è una proposta concreta, già rimarcata un anno fa: “la costituzione di un Tavolo per il Diritto a Decidere – o se si preferisce un’Assemblea Nazionale Sarda – plurale e trasversale, che metta al lavoro tutte le forze sociali e politiche che vogliono che i sardi si esprimano liberamente e democraticamente sul proprio poter divenire Stato indipendente”. Un tavolo di confronto, aperto anche a chi “magari non sa ancora se voterà a favore dell’indipendenza ma è d’accordo che i sardi si esprimano, che esercitino questo loro sacrosanto diritto”. Sul possibile referendum per l’indipendenza sottolinea anche i possibili risultati: “Anche il Partito dei Sardi potrebbe campare di rendita annunciando in solitaria un referendum. Ma non lo fa, non lo facciamo. Perché ci crediamo davvero. E sappiamo che il miglior modo per bloccare l’avanzamento verso il referendum è trasformarlo in un’idea di una parte o di un partito”. Il referendum, in sostanza, deve essere una proposta collettiva, di tutti i sardi. Solo così sarà possibile una vittoria.

Infine, qualche considerazione sul lavoro svolto in Sardegna in relazione al rapporto con lo Stato centrale. “Noi del Partito dei Sardi dobbiamo, con l’esempio e con la progettualità, con le parole e con le azioni, direttamente e indirettamente, spingere costantemente il Presidente Pigliaru e la Giunta, il nostro governo, a concretizzare l’impegno assunto in campagna elettorale: quello di un continuo esercizio della presa di responsabilità dei sardi sulla propria vita, che si traduce nell’acquisizione e nell’esercizio di maggiori poteri per la Sardegna, nella capacità di emanciparsi dalle ambigue tutele dello Stato italiano, assente quando necessario, presente quando interessato, sleale nella quasi totalità dei casi”.

Da qui la richiesta, l’auspicio di una: “Maggiore sovranità della Sardegna e più potere ai sardi dunque come condizione irrinunciabile per uscire da rassegnazione e assistenzialismo e per costruire una Sardegna che funziona, che espande prosperità e libertà, che acquisisce coraggio e con esso spinta verso un nuovo futuro”. Qualcosa in questa direzione è stato fatto: “Molte azioni intraprese dal Presidente e dalla Giunta, a partire dalla delibera e dalle norme di attuazione sull’Agenzia Sarda delle Entrate, vanno in questa direzione. Non possiamo che esserne soddisfatti e rimarcarlo, sapendo che delle riforme più grandi gli effetti si vedono nel tempo”. Tale senso di responsabilità, e sovranismo, per Sedda deve divenire “la bandiera dell’azione di governo”. Solo così si cambia la Sardegna in vista di un’autodeterminazione condivisa.

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share