Cannabis, il Consiglio regionale boccia la legalizzazione: 23 contrari

Il Consiglio regionale ha bocciato la legalizzazione della cannabis. Il tema era all’ordine del giorno attraverso una mozione presentata il 15 aprile 2015 da Gavino Sale, allora esponente della massima assemblea sarda in quota iRs. Oggi, appunto, la discussione, ma l’Aula ha deciso di non sostenere “l’uso della marijuana per scopi ludici”, come chiese Sale, il quale candidava la Sardegna a “regione-pilota per sperimentarne la coltivazione anche a uso domestico nonché la regolamentazione del mercato”. Alla conta finale, i contrari sono stati ventitré; diciannove i favorevoli; quattro gli astenuti.

L’Aula si è divisa proprio sull”‘uso ludico” della cannabis. È stata Rossella Pinna, esponente dem, a sollevare il caso e chiedere la cancellazione della parola. “Oggi – ha detto – questo Consiglio è pronto a sostenere l’importante progetto di utilizzo della marijuana per scopi terapeutici, come scritto nella mozione, ma non per usi diversi”. Ha risposto Paolo Zedda (RossoMori) che nel 2015 fu il secondo firmatario del documento e stamattina l’ha presentato al posto di Sale. “L’uso ludico deve restare. Legalizzare la cannabis peer uso domestico – ha spiegato – è un fatto di civiltà: la sperimentazione avviata in tanti Paesi ha dimostrato che l’unica conseguenza è il depotenziamento della criminalità organizzata, non certo l’aumento del consumo”.

La linea della Pinna è stata sostenuta anche da ampi pezzi del centrodestra. Tra cui Paolo Truzzu (Fratelli d’Italia): “Solo l’uso terapeutico  della cannabis non può avere contrari, ma al resto non siamo favorevoli. Di certo questa maggioranza usa il suo tempo per parlare di marijuana anziché affrontare i problemi che affliggono l’Isola”. Alla fine ha vinto la linea del no: in Sardegna il via libera alle “micro-piantagioni di cannabis”, come chiese Sale, non può ancora scattare. (al. car.)

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