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Barracciu vince il Totogovernatore del centrosinistra

Con 522 voti (58.7%) contro i 368 raccolti da Renato Soru (41.3%), la consigliera regionale di Sorgono Francesca Barracciu si aggiudica il “totogovernatore del centrosinistra”, il divertissement proposto da Sardinia Post. Al ballottaggio hanno partecipato 890 elettori virtuali.

L’abbiamo detto da subito: si tratta di un sondaggio molto artigianale, un ‘gioco politico’ per far uscire dalle segrete stanze il dibattito da mesi in corso nel centrosinistra. Un modo per sondare gli umori degli elettori, per avere qualche indicazione generale sulle loro aspettative e anche sulle loro frustrazioni. Cosa dice la vittoria di Francesca Barracciu? Conferma il desiderio di rinnovamento, intanto.

Non che l’ex sindaco di Sorgono sia “nuovissima” rispetto alla politica – è vicesegretario regionale del Partito democratico ed è alla fine della sua seconda legislatura – ma è certamente una novità rispetto allo stagnante quadro politico regionale. Soprattutto perché è una donna, e mai – in tutta la storia autonomistica – una donna ha governato la Sardegna, a dispetto della nostra tradizione matriarcale. Questo bisogno di rinnovamento d’altra parte era emerso anche nel “primo turno” con la sorprendente affermazione (il terzo posto) dell’outsider, il “candidato misterioso”, quello che – come accadde con Massimo Zedda a Cagliari – potrebbe comparire all’improvviso, negli ultimi mesi, e battere tutti allo sprint.

Già, perché questo sondaggio non sconta solo i limiti oggettivi che derivano dalle modalità con cui è stato realizzato (le stesse adottate da tutti i quotidiani on line), ma anche quelli di una fase politica ed economica estremamente confusa. E’ difficile prevedere quali scenari si apriranno e in quali condizioni la Sardegna arriverà alle Regionali del 2014. E’ possibile che la situazione sia sostanzialmente diversa da quella attuale. I movimenti di diverse personalità politiche anche del centrodestra, a partire dallo stesso governatore Ugo Cappellacci, forniscono qualche indizio sullo scenario immaginato e anche temuto.

Quello di una Sardegna sempre più all’angolo, sempre più tentata dall’attribuire al governo di Roma la responsabilità della maggior parte dei suoi guai. Un’aspettativa che sta determinando derive “para-indipendentiste” in personalità politiche che in passato si erano caratterizzate per totale passività nei confronti del “governo amico”. Con uno scenario del genere anche il centrosinistra dovrebbe fare i conti. E ipotesi come quella di un’alleanza tra le forze democratiche e sovraniste potrebbe trovare le gambe per marciare. A condizione che non venga essa pure velata dall’ombra del trasformismo e dell’opportunismo. Per rendere credibile questo processo sarebbe inevitabile un confronto del Pd e del centrosinistra con la vasta e composita area di movimenti che da tempo – e con onestà intellettuale – propongono un percorso moderno e non violento verso l’indipendenza.

E’ facile capire che da questo percorso potrebbe anche venir fuori l’outsider, una figura capace di tenere assieme queste istanze e di rappresentare il centrosinistra tradizionale. L’analisi del voto, infine, dice ancora qualcosa su quanto sta accadendo nel Partito democratico e nei suoi dintorni. Renato Soru, in termini assoluti rispetto al “primo turno”, ha perso qualcosa. Non tutti i suoi elettori sono tornati alle “urne” del nostro ballottaggio e pochi degli elettori degli altri candidati sono tornati per votarlo. La Barracciu ha invece raccolto una parte dei voti dei candidati perdenti al primo turno. Una dinamica che dà qualche indicazione sugli umori, e sui malumori, vecchi e nuovi, all’interno del Partito democratico sardo. Dove, come abbiamo scritto, tutti sono per Bersani ma, sostanzialmente, ognuno è per sé.

Giovanni Maria Bellu

 

 

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