Barracciu: “La candidata sono io”

«Non faccio passi indietro, ma sono disponibile con tutti ad aprire il dialogo sul programma». Francesca Barracciu parla per quarantacinque minuti nella conferenza stampa post-interrogatorio. Subito delude chi (nelle ultime ore s’era diffusa anche questa voce) fuori e dentro il Pd si batte per il ritiro della sua candidatura. Non se ne discute nemmeno: «Sono legittimata – dice – dai 52mila sardi che lo scorso 30 settembre hanno partecipato alle primarie sarde». Ma su quelle nazionali di domani, la Barracciu dribbla su chi voterà e si limita a sottolineare: «Conta solo che siano un successo di popolo».

I tema centrale è quello della “difesa chilometrica” che ha suscitato non poche ironie specie nella Rete. L’eurodeputata spiega di aver percorso, «a bordo di una Peugeot 407», quei 72mila chilometri diventati la sua memoria difensiva contro l’accusa di peculato. Si tratta di una macchina «con motore 2000 e che poi ho fuso». Ancora: i 33mila euro che la Procura di Cagliari le contesta nell’ambito dell’inchiesta sui fondi ai gruppi sono «rimborsi chilometrici e comprendono sia il costo della benzina che l’usura dell’autovettura».

La Barracciu si presenta in tailleur blu in vellutino, i capelli sciolti come sempre. «È vero – osserva – tra l’arrivo dell’avviso di garanzia, che è comunque un atto a tutela dell’indagato, e l’interrogatorio di giovedì, è passato un mese e mezzo. Ma avevo la necessità di ricostruire con attenzione la spesa di quei 33mila euro: è relativa agli anni 2006, 2007 e 2008, è passato del tempo da allora».

Non nasconde l’amarezza: «In questi giorni, sui 72mila chilometri è stato detto e scritto di tutto, fino a stabilire che ne avrei percorsi 65 al giorno. Invece si tratta di viaggi fatti prevalentemente nel fine settimana e i rimborsi sono stati calcolati sulla base delle tabelle Aci: si recuperano sulla Gazzetta Ufficiale e fissano i compensi chilometrici per tutte le persone che svolgono un’attività pubblica utilizzando la propria vettura».

Dalle tabelle Aci risulta che la Barracciu ha ottenuto, prima dai Ds e poi dal Pd, un rimborso che si aggira sui 0,44 euro euro a chilometro nel 2006 per arrivare a 0,49 nel 2008. Poi un dettaglio sul pagamento: «I soldi dal partito li ho presi dopo, non prima», dice rispondendo a una domanda precisa. E ancora: «Ho fatto tutti quei viaggi perché nella legislatura in questione, cominciata nel 2004, sono stata eletta nel listino regionale (quello del presidente Renato Soru) e per questa ragione ho dovuto seguire iniziative in tutta l’Isola».

La Barracciu si sofferma a lungo sulla sua candidatura e sulle resistenze degli alleati. E, ancora a domanda precisa, spiega: «Con me sta tutto il Pd, ma sono sostenuta anche da Socialisti, Idv, Rifondazione Comunista, Comunisti italiani, Verdi e Upc. È in corso un’interlocuzione con i sardisti del Psd’Az e La Base (di Efisio Arbau)».

Sul fatto che don Ettore Cannavera abbia polarizzato il fronte anti-Barracciu, replica: «Il programma di don Cannavera è uguale a quello che ho presentato io alle primarie. C’è la necessità di contrastare la povertà, di attuare nuove politiche sociali che accompagnino il rilancio dell’occupazione. Se don Cannavera, ma non mi risulta, è a capo di un movimento politico, vuol dire che lo inviterò al prossimo tavolo del centrosinistra».

La Barracciu cita Michela Murgia per fare sintesi sulla fronda contro la sua candidatura: «Ha ragione lei, quando dice che alcuni personaggi, che non rappresentano più nessuno, stanno mettendo in piedi coalizioni alternative con la speranza di trovare nuove piste di atterraggio, dopo aver esaurito il loro ruolo nelle istituzioni. Se i RossoMori intendono discutere sui programmi, sono pronta. Ma la candidata sono io». Quanto al Partito dei Sardi, fondato da Paolo Maninchedda e Franciscu Sedda, sottolinea: «Non sono mai stati nel centrosinistra».

Nell’asse di don Cannavera ci sono anche Salvatore Lai, ex segretario dell’Idv, il Centro Democratico di Roberto Capelli e Sel. L’eurodeputata ricorda: «Non mi pare che Lai, e nemmeno Federico Palomba (altri anti-Barracciu), siano a capo di qualcosa». Capelli non viene citato espressamente, mentre su Sel la candidata governatrice dice di «essere pronta a discutere di quale sviluppo per la Sardegna, se questo è il problema, come loro stessi affermano».

La Barracciu chiude la conferenza stampa facendo tutta una serie di sottolineature, proprio sulla questione morale: «Non ho mai preso il doppio stipendio quando ero consigliera regionale e sindaco di Sorgono, dal 2005. Non ho mai preso la doppia indennità nemmeno quando sono diventata europarlamentare. Non ho mai nemmeno utilizzato, sebbene ne avessi avuto diritto, un centesimo dei fondi riservati ai gruppi di Bruxelles».

Sulla campagna elettorale alle porte questa la strategia: «Sto definendo il calendario degli incontri con i cittadini e i territori, non abbiamo molto tempo, dobbiamo accelerare. L’obiettivo è strappare il governo della Sardegna a Ugo Cappellacci di nuovo candidato e che tanti danni ha fatto alla nostra Isola. Io sono sicura che il centrosinistra vincerà».

Alessandra Carta

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