Autonomismo, spunta l’intesa Stato-Regione. Ma i dubbi restano

Nella riforma Renzi del Titolo V cade la modifica unilaterale degli statuti speciali: andrà concordata con le Regioni. Ma nell’Isola reazioni tiepide.

Nella riforma Renzi del Titolo V cade la modifica unilaterale degli statuti speciali: ogni cambio non potrà essere imposto da Roma, ma andrà concordato con le Regioni attraverso un’intesa. Questa la novità del testo approvato ieri dalla commissione del Senato e adesso pronto per approdare in Aula. Tuttavia, in Sardegna le reazioni sono tiepide perché i termini dell’accordo a due non sono ancora chiari. L’allerta resta massima.

Il senatore Luciano Uras (Sel) osserva: “Attendo di conoscere nel dettaglio il testo completo dell’emendamento passato in commissione (l’ha presentato  il Gruppo per le Autonomie formato a Palazzo Madama da Albert Laniece, Karl Zeller e Francesco Palermo). Si tratta di capire – sottolinea il vendoliano sardo – se un eventuale parere negativo della Regione sia vincolante o meno”. Uras, proprio per ovviare evitare che lo Stato togliesse porzioni di sovranità alle specialità autonomistiche, aveva presentato un suo emendamento bocciato invece dalla commissione. “Io – spiega – sollecitai che la modifiche degli statuti fosse decisa a maggioranza assoluta dal Consiglio regionale”.

Il grillino Roberto Cotti dice: “Non credo che in Aula il testo della riforma non possa essere cambiato in peggio. La mia attenzione sarà massima per individuare e definire i termini dell’intesa. Certamente non era accettabile che il Governo imponesse la sua legge del centralismo, spazzando via l’autonomismo sancito per Costituzione alle Regioni a statuto speciale”.

Più trionfante il tono di Mauro Pili (Unidos) che, però, in questa partita non ha deciso nulla, visto che è un deputato e non un senatore. Il leader del movimento sovranista comunque osserva: “Per il momento l’autonomia è salva, ma è necessaria una guardia altissima per scongiurare nuovi attacchi. Contro la Sardegna si è rischiato un golpe strisciante e silenzioso che voleva la cancellazione immediata delle competenze su ambiente, governo del territorio, energia, infrastrutture ed enti locali”.

Adesso il problema è capire quali saranno i tempi e i modi per arrivare all’intesa tra Stato e Regioni a statuto speciale. E soprattutto andrà chiarito se le singole assemblee potranno decidere in autonomia cosa recepire della riforma. Insomma, quando il testo arriverà all’esame del Senato, si dovrebbero conoscere maggiori dettagli. Poi ci sarà il passaggio alla Camera che farà diventare legge il Titolo V rivisitato dal governo di Matteo Renzi. Nel pacchetto anche il depotenziamento del Senato che si ridurrà a 100 rappresentanti, di cui 95 scelti dal Capo dello Stato e gli altri 95 dai Consigli regionali, tra gli stessi onorevoli e i sindaci. Nell’Isola il calendario degli appuntamenti resta invariato: Uras, che ha scritto a tutti i leader dei partiti, attende una risposta. Martedì è invece convocata la commissione del Consiglio regionale, presieduta da Francesco Agus (Sel) e allargata a tutti i capigruppo.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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