Scade sabato alle 12 la presentazione delle liste per le Amministrative del 2017, fissate per 11 giugno. Partiti e coalizioni hanno dunque gli ultimi cinque giorni di tempo per chiudere le candidature nei sessantacinque Comuni sardi che vanno al voto. Di questi, solo due – Selargius e Oristano – hanno più di 15mila abitanti, quindi la possibilità del ballottaggio il 25 giugno nel caso in cui al primo turno nessuno schieramento abbia raccolto il 50 per cento più uno delle preferenze.
La provincia di Sassari è quella che conta il maggiori numero di centri che rinnovano i propri Consigli comunali, pari a diciotto. Segue l’Oristanese con diciassette, il Sud Sardegna con quindici. Ancora: tredici amministrazioni civiche si contano nel Nuorese e due nella Città metropolitana (oltre al Selargius le urne si aprono pure a Quartucciu).
La differenza tra i Comuni sotto i 15mila abitanti e quelli sopra è che nel primo caso a ogni candidato sindaco è collegata una sola lista e non è previsto il premio di maggioranza. Il quale assegna il 60 per cento dei seggi alla coalizione o al partito che vince, qualora venga raggiunto il 40 per cento delle preferenze totali. Nei Comuni sotto i 15mila non si possono esprimere neppure la doppia preferenza e il voto disgiunto.
In tutte le elezioni amministrative torna sempre il rischio della cosiddetta anatra zoppa, ovvero la possibilità che il sindaco eletto al ballottaggio sia in minoranza in Consiglio comunale perché al primo turno la propria coalizione o il partito di riferimento non hanno raccolto la maggioranza dei voti. Questo perché al ballottaggio un candidato sindaco può allearsi anche con partiti che erano avversari nella prima tornata elettorale.
La Sardegna apre le urne delle Amministrative in coincidenza col voto nel resto d’Italia, benché per Statuto la Giunta avrebbe potuto decidere una data diversa.