Agricoltura, la terra agli under 40. Falchi: “Serve ricambio generazionale”

Quasi 700 ettari di terre regionali saranno messe a bando in 11 lotti, al massimo tra due mesi, per darle in concessione o in affitto per 10 anni ai giovani agricoltori (al di sotto dei 40 anni) per favorire il ricambio generazionale e la crescita del comparto agricolo. Il progetto, presentato questo pomeriggio dal presidente della Regione Francesco Pigliaru, dall’assessore dell’Agricoltura Elisabetta Falchi e dall’assessore degli Enti locali Cristiano Erriu, si chiama “Terra ai giovani” e interessa i territori di Sassari, Alghero, Serramanna, Villasor, Vallermosa, Ussana, Donori e San Vito. Si tratta nel dettaglio di 695 ettari su almeno 3250 ettari gestiti attualmente da Agris e Laore. Premialità saranno date ai progetti di tutela ambientale, alla formazione dei candidati, compreso l’aver seguito corsi di studio specifici in agricoltura, alle capacità tecniche e alle esperienze lavorative maturate sul campo. In fase di selezione si terrà conto inoltre dell’adesione a organizzazioni dei produttori, consorzi di tutela, all’essere cooperativa sociale, imprenditore agricolo professionale, coltivatore diretto, cooperativa agricola di produzione o anche di trasformazione/commercializzazione. Il canone medio annuale per ettaro, stabilito da una delibera del 2011 incrementato del 2,5%, è di circa 100 euro. Le estensioni più grandi dei lotti sono quelli dei Terreni Monte Pascoli di Cixeddu a Vallermosa (350 Ha) e di San Michele a Donori-Ussana (138), mentre i più piccoli sono quelli di Rumanedda a Sassari (6 Ha) e di Sa Segata e Fighera (rispettivamente 8 e 7 ettari).

L’export dell’agroalimentare in Sardegna è pari 140-180 milioni euro contro 6-8 milioni delle esportazioni in agricoltura: “una cosa ridicola”. Lo ha sottolineato il presidente della Regione Francesco Pigliaru durante la presentazione del progetto “terre ai giovani”. Secondo il governatore, “l’agricoltura con la filiera dell’agroalimentare è un settore che può crescere velocemente perchè basata su vantaggi locali e competitivi. Oggi ha un potenziale inespresso, ci teniamo in pancia migliaia di ettari che adesso vogliamo portare ad essere nuovamente produttivi mettendoli a disposizione di chi è capace di produrre, come abbiamo fatto con il bando per i 1.300 ettari di Surigheddu e Mamuntanas”. “La vera sfida – ha precisato Falchi – è puntare sulle produzioni di qualità per venire incontro a consumatori esigenti e raccontare storie e tradizioni attraverso l’agricoltura. La dimensione media aziendale in Sardegna è di 19 ettari, questo non consente di creare una impresa valida ecco il perchè delle dimensioni di questi lotti”. “Il patrimonio è una risorsa e in Sardegna abbiamo 24 mila unità catastali di proprietà della Regione – ha osservato Erriu – oggi le mettiamo in gioco per generare lavoro superando la stagione dell’immobilismo”.

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