Abbanoa, l’assessore Maninchedda: “Non fallirà”. A luglio fissata l’udienza

Per la Regione la fissazione della data dell’8 luglio per la discussione dell’istanza di fallimento della società Abbanoa è “un’ottima notizia”. “Finalmente questa spada di Damocle incombente sui processi di riforma del processo dell’acqua calerà sulla testa della società o – scrive nel suo blog l’assessore regionale dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda – se ne allontanerà, come io credo, per sempre”. Secondo l’esponente della Giunta “la Regione sa che l’interesse pubblico consiste nel garantire il servizio, nell’attuare il Piano di ristrutturazione della società, nell’attuare il Piano d’azione di Deloitte e rinnovare così i processi gestionali, nel tutelare i circa 3.000 posti di lavoro che ruotano intorno alla società tra dipendenti diretti e indotto, nel tutelare le imprese sarde che vantano crediti verso la società, nel fare una nuova legge che riformi tutto il sistema, faccia diventare Abbanoa una società efficiente di prossimità ai comuni e ai cittadini e utilizzi al meglio una risorsa preziosa e pubblica come l’acqua. Saranno stati fatti tanti errori nel passato, ci saranno state tante inefficienze e disorganizzazioni, ma certamente si stanno mettendo le cose a posto, non cercando colpevoli ma risolvendo problemi – aggiunge – Cui prodest sfasciare tutto, gridare sempre e comunque al fallimento?”.

Secondo l’esecutivo Abbanoa non è “nelle condizioni di essere dichiarata fallita, non foss’altro perché: per la prima volta dalla sua costituzione il bilancio consuntivo 2013 avrà un risultato positivo; oggi è possibile canalizzare gli incassi e prima non lo era; ha una certificazione seria dei propri crediti; – ha conguagli molto consistenti garantiti dalla tariffa e certificati; circa 100 comuni hanno transato con Abbanoa i propri debiti/crediti; ha alle sue spalle un fondo di garanzia di 42 milioni e risorse accantonate per la capitalizzazione di 83 milioni di euro, cose che unite ad altre rendono la Regione meno succube degli istituti di credito. Poi, se i giudici la dovessero dichiarare comunque fallita – conclude Maninchedda – diranno anche comunque come garantire il servizio, i posti di lavoro, i crediti e i debiti ecc., ecc. e quindi il lavoro fatto non andrà perduto”.

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