Chi ha vinto e chi ha perso in Abbanoa: le bandierine politiche col nuovo Cda

Udc e Fratelli d’Italia. Sono questi i due partiti che hanno convinto i Comuni-azionisti a voltare pagina in Abbanoa, facendo silurare con un plebiscito il presidente-avvocato, Gabriele Racugno, scelto a giugno 2020 da Christian Solinas. Vero che il governatore, dopo averlo voluto al comando della spa dell’acqua, ha fatto di tutto per mandarlo a casa. Ma a Solinas i sindaci non hanno dato una seconda possibilità: fallita la ‘prima’, stavolta le fasce tricolori hanno fatto di testa propria. Senza accettare imposizioni, come accaduto nove mesi fa.

Nella stessa assemblea di martedì 16, dove Racugno è stato silurato, i soci-azionisti hanno votato anche il nuovo Cda, assegnando la presidenza a Franco Piga. Politicamente il neo capo di Abbanoa si è conquistato la fiducia dei Comuni sul campo. Non è passata seduta del Cda senza che Piga non si opponesse al tentativo di Racugno di eseguire gli ordini dell’assessore Roberto Frongia, d’accordo anche con l’amministratore delegato Fernando Ferri. A conti fatti si era creato un asse che esautorava Solinas dal controllo di Abbanoa. Frongia agiva per conto dei Riformatori, mentre Ferri erra stato scelto da Sardegna 20venti di Stefano Tunis.

Piga, in questi nove mesi di governo dell’acqua, se n’è assolutamente fregato della politica. Il nuovo presidente di Abbanoa ha scelto sulla base della legge e della normativa. Tant’è: se non fosse stato per il Collegio sindacale, ovvero per i commercialisti-revisori dei conti, e per lo stesso Piga, Abbanoa sarebbe affondata. Come nello strano piano spuntato nei mesi scorsi e si sarebbe dovuto concretizzare con l’approvazione di un bilancio in perdita, in seguito allo stralcio dei conguagli regolatori, ovvero dei credito che Abbanoa vanta sugli utenti. Il passivo della società, relativo all’esercizio 2019, sarebbe stato di nove milioni. Anziché con un utile di dieci milioni, come nel documento finanziario che aveva redatto l’amministratore unico Abramo Garau, insieme all’ex Dg Sandro Murtas.

Se oggi Piga si può collocare politicamente, resta un uomo di centrodestra, sicuramente più vicino all’Udc di Giorgio Oppi che ad altri partiti. Certamente è un Forza Italia pentito, nel senso che ha preso le distanze da Ugo Cappellacci. Gli altri due componenti del Cda sono Salvatore Ledda e Daniela Sacco. Ledda è stato scelto dai Fratelli d’Italia che, sinora, erano rimasti fuori dalla partita. Ma il sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, un Fdi di ferro, ha abilmente giocato la sua partita puntando su un nome ‘pulitissimo’. La Sacco, commercialista di Cagliari, non ha partiti. È la quota rosa del Cda, la migliore tra le donne che si erano candidate per entrare nel Consiglio di amministrazione di Abbanoa.

A bene vedere, Solinas è rimasto a bocca asciutta. Sebbene Piga, in questi mesi, abbia avuto ottimi rapporti con il sindaco di Irgoli, Ignazio Porcu, sardista, presidente della Commissione per il controllo anlogo, il governatore con certezza non toccherà palla in Abbanoa a questo giro. E non potrebbe essere diversamente. Se la politica, con scelte sbagliate come quella fatta da Solinas con Racugno e Ferri (basta vedere com’è finita), Abbanoa rischia davvero il tracollo. Sulla pelle dei sardi. Ma i sindaci, ben più della Regione, hanno a cuore i soldi che mettono i cittadini. Perché sono i sardi che pagano l’acqua.

Questo nuovo scenario che si è creato nella società, fa pensare che i Riformatori non avranno più l’assessorato ai Lavori pubblici in Giunta, come successo finora. Chi prende in mano la delega diventa anche il controllore di Abbanoa. Ma per come è finita con la cacciata di Racugno e l’asse tra liberal democratici e Sardegna 20Venti, Solinas non perderà da solo. Il presidente farà certamente in modo che i Lavori pubblici – adesso che il rimpasto andrà fatto – non andranno ai Riformatori.

Alessandra Carta
(@alessacart on Twitter)

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