Entrate, è polemica dopo sentenza Consulta su accantonamenti

È polemica sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha respinto il ricorso delle Regioni “speciali”, tra cui quello della Sardegna sugli accantonamenti imposti dal Governo centrale. Dopo al richiesta di dimissioni immediate da parte del coordinatore regionale di Forza Italia, Ugo Cappellacci, oggi il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Paolo Truzzu rilancia: “il professor Paci non ne passa uno di esame, si dimetta. Oltre la Consulta, arriva anche dalla Corte dei Conti la bocciatura delle scelte dell’assessore al Bilancio della Giunta Pigliaru – attacca – La Sezione regionale di controllo per la Ras della Corte dei Conti ha, infatti, inviato a Pigliaru, una lettera in cui sollecita nuovamente l’istituzione del Collegio dei Revisori, organo indispensabile ‘di supporto informativo e di verifica’, senza il quale è impossibilitata all’approvazione del rendiconto 2016 e delle previsioni per il 2017”.

Nel frattempo l’ex assessore dei Lavori Pubblici e presidente del Partito dei Sardi Paolo Maninchedda nel suo blog rileva che “viene dimostrato che l’accordo tra la Regione e il Governo Renzi stipulato il 21 luglio 2014 non era stato adeguatamente protetto dalla possibilità per il Governo di prevedere ulteriori oneri per la Sardegna, mentre era stato espressamente previsto che la Sardegna realizzasse il pareggio di bilancio. L’unico accordo stipulato da una Regione a Statuto Speciale che abbia previsto clausole severe anche per lo Stato è stato quello del Trentino Alto Adige, nel quale si esclude testualmente la possibilità di apportare modifiche peggiorative, con la sola salvezza della ricorrenza di esigenze eccezionali di finanza pubblica, ma, in tal caso, per importi già predeterminati nelle clausole del patto – osserva – La Sardegna, invece, fidandosi del Governo, ha stipulato un patto per il quale lei si vincolava all’equilibrio di bilancio e il Governo non aveva alcun vincolo, secondo la Corte Costituzionale, di non imporre ulteriori accantonamenti. In sostanza, la Corte Costituzionale della Repubblica Italiana ha sancito che è colpa degli ingenui se lo Stato è sleale, perché è dimostrato che chi non è stato ingenuo e ha presupposto la slealtà di Stato, alla fine si è rivelato prudente e ha difeso adeguatamente gli interessi della sua gente”. Infine il capogruppo dei Riformatori in Consiglio regionale, Attilio Dedoni, chiama a raccolta per “manifestare a Roma coinvolgendo i vari livelli istituzionali, dai sindaci fino al Consiglio regionale, e la società civile. La battaglia sulle entrate è un patrimonio di tutti i sardi e deve essere combattuta alla luce del sole, non essere confinata nelle trattative interne allo schieramento politico che governa a Roma e a Cagliari”. Secondo L’esponente della minoranza, “il pronunciamento negativo della Corte Costituzionale è la prova provata del fallimento dell’atteggiamento accondiscendente della Giunta regionale nei confronti dell’esecutivo romano”.

 

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