Un altro appello per far ripartire opere incompiute e lavori zombie. Dopo quello dei sindaci del sud Sardegna per l’invaso di Monte Nieddu (leggi anche la posizione degli ambientalisti), ora scendono in campo amministratori e sindacalisti da Orgosolo.
“Il cantiere della diga di Cumbidanovu, ad Orgosolo, deve riaprire entro il 30 novembre”, lo ha chiesto il segretario generale della Filca-Cisl Giovanni Matta, al capo di gabinetto dell’assessorato regionale dei lavori Pubblici, Gianfranco Congiu, durante un incontro pubblico a Orgosolo durante il quale si è discusso del futuro della diga in costruzione dal 1989 e i cui lavori sono fermi dal novembre 2012. Al confronto nel paese barbaricino hanno partecipato, fra gli altri, gli amministratori di Orgosolo e Oliena, i funzionari del Consorzio di Bonifica della Sardegna (ente appaltante dell’opera), ed i 50 dipendenti da due anni in cassa integrazione. La diga di Cumbidanovu – è stato sottolineato – è il più grande cantiere operativo nell’isola e l’unica diga in costruzione a livello nazionale per la quale è previsto un impegno di risorse pari a 40 milioni di euro, 20 dei quali già spesi. “Da due anni i lavoratori sono fermi – ha ricordato Matta – e la cassa integrazione in deroga per loro finisce a novembre. Questo è uno dei motivi per cui le opere devono ripartire, ma non l’unico: l’invaso è fondamentale per il territorio perché consente di irrigare 2.810 ettari di terreno agricolo nei comuni di Orgosolo, Oliena, Nuoro, Orune, Lula e Dorgali”.
Anche il sindaco di Orgosolo, Dionigi Deledda, ha ribadito la richiesta per la riapertura del cantiere. L’impresa vincitrice dell’appalto, che lo scorso anno attendeva 10 milioni dalla Regione, sembrerebbe non avere intenzione però di ultimare i lavori, soprattutto dopo i danni che ha provocato al cantiere l’alluvione del novembre scorso: circa 10 milioni di euro. La risposta della Regione in questo senso è stata incoraggiante: “Siamo pronti a fare la nostra parte – ha detto Congiu – entro agosto faremo il monitoraggio completo della diga, comprese le audizioni di tutti i soggetti interessati, e a settembre decideremo quanto investire. Ma la Regione non può coprire i danni della calamità naturali”.