La Cisl vuole riconoscimento insularità: “Serve una responsabilità istituzionale”

“Inserimento del principio di insularità in Costituzione, confronto con Bruxelles per attuare quanto riconosciuto nel Trattato Ue, nuova responsabilità istituzionale in Sardegna”: sono queste le tre direttrici indicate ieri dal segretario generale della Cisl sarda, Gavino Carta, per affrontare la questione insularità che ormai un anno è al centro del dibattito politico regionale. Carta ha preso posizione durante un convegno sul tema organizzato ieri a Cagliari proprio dalla sigla confederale e al quale hanno partecipato il presidente del Consiglio, Gianfranco Ganau, e il numero due della Giunta sarda, l’assessore alla Programmazione, Raffaele Paci. Tra i relatori anche Michele Cossa, esponente della massima assemblea in quota Riformatori, il partito che ha promosso il referendum.

“È indispensabile – ha detto il segretario della Cisl – programmare alcune iniziative unitarie in Sardegna, a Roma e a Bruxelles: occorre elaborare un programma consultando attori socio-economici per delineare i contorni di un vero e proprio Piano di sviluppo dello spazio insulare comunitario, individuando già a livello delle diverse politiche comunitarie meccanismi di intervento congiunto dei vari programmi”. Poi, ha continuato Carta, “bisogna consolidare questo approccio in un piano d’azione che preveda un calendario definito di interventi e meccanismi di monitoraggio dei risultati, di valutazione dei problemi e delle esigenze derivanti dalla condizione di insularità”. Infine – ha concluso, “è necessario trasformare in azioni permanenti i progetti ed iniziative destinate a compensare il gap dell’insularità”.

Così Gianfranco Ganau: “Il Governo mette in discussione il piano di metanizzazione dell’Isola, ma la Sardegna ha necessità del metano. È una scelta che va sostenuta con forza per le imprese, per le famiglie e soprattutto per i cittadini perché siamo l’unica regione italiana priva di energia a basso costo”. Il presidente della massima assemblea regionale ha poi sottolineato: “La nostra Isola sconta l’assenza di una vera continuità territoriale aerea e marittima: è ancora esclusa dalle grandi reti infrastrutturali nazionali ed europee, è l’unica regione priva di autostrade, esclusa dalle risorse per i piani autostrade nazionali, senza collegamenti ferroviari ad alta velocità”. L’essere Isola, ha aggiunto Ganau “comporta una condizione di arretratezza economica e sociale crescente testimoniata anche dalla riattivazione dei percorsi di emigrazione, non più solo intellettuale ma anche non qualificata che si sposta in cerca di quelle opportunità di lavoro negate in Sardegna”.

Questo l’intervento di Paci: “Il riconoscimento del principio di insularità è la vera battaglia da vincere per vedere riconosciuti i diritti della Sardegna, per garantire pari opportunità a chi ci vive rispetto a tutti gli altri cittadini italiani: questo significa infrastrutture adeguate e un diritto alla mobilità che è fondamentale e non può essere in alcun modo messo in discussione. “I nostri diritti di sardi residenti su un’isola devono essere riconosciuti in sede nazionale e soprattutto in sede europea, ed essere oggetto di interventi specifici”, ha ribadito Paci. “È una questione di equità sociale, di pari opportunità, di diritti che nessuno può negare. Da questa consapevolezza è iniziato tutto il non facile percorso per il riconoscimento dello status di insularità portato avanti dal presidente Pigliaru, iniziato con la consegna del dossier insularità all’allora premier Renzi e proseguito anche parallelamente a Corsica e Baleari: tre isole, alleate in una importante opera di coordinamento, perché parliamo di una battaglia da portare avanti insieme in Europa per l’attuazione concreta del principio di insularità. Non stiamo certo chiedendo corsie preferenziali ma semplicemente uguali diritti e pari opportunità rispetto a quelli di tutti i cittadini italiani. Cosa che, finora non è accaduta”.

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share