Una commissione d’inchiesta sui fatti e i documenti che hanno accompagnato la nascita, la crescita fino al fallimento delle politiche industriali nell’area di Ottana. A porre la sua istituzione all’attenzione dell’Assemblea sarda sono tutti i consiglieri dell’opposizione, oltre a Emilio Usula (Rossomori) e Antonio Gaia dei Cristiano popolari socialisti. La richiesta arriva a pochi giorni dall’annunciato licenziamento dei 58 lavoratori dell’unico stabilimento produttivo di pet, al quale seguirà nei primi mesi del 2018 quello degli oltre 70 operai impiegati nella centrale termoelettrica della piana di Ottana. “Chiediamo che il Consiglio rifletta sulle azioni maldestre che hanno punteggiato un sogno industriale fallito”, ha detto il consigliere dei Riformatori, Luigi Crisponi, che ha posto la questione in evidenza col capogruppo Attilio Dedoni, Pietro Pittalis (Forza Italia), Gianluigi Rubiu (Udc) e Angelo Carta (Psd’Az).
Pittalis ha sottolineato la necessità di “capire bene quale possa essere il futuro di quel sito industriale, come convertire in termini produttivi gli stabilimenti prima che cadano in rovina, visto che c’è stata la fuga degli imprenditori dopo aver usato soldi pubblici”. Per il capogruppo di Fi una soluzione potrebbe essere rappresentata “dal ritorno all’attività agropastorale in chiave moderna”. “Vista la sua posizione, la piana si presta ad ospitare il più grande centro di refrigerazione del latte a livello regionale – ha ipotizzato Rubiu – ad ogni modo tutta la vicenda grida vendetta, credo che ci sia stata l’intenzione di portarla a morte naturale”. Posizione condivisa da Angelo Carta: “Lo Stato ha voluto affamare Ottana, la commissione deve cercare le ragioni di un rilancio”. Per Dedoni “la commissione d’inchiesta sarà l’occasione buona per una riflessione sulla programmazione dello sviluppo futuro in tutta l’Isola”.