Una ricerca dell’Università di Sassari per attrarre camerieri, cuochi e barman negli hotel e ristoranti della Sardegna

Cosa rende attrattivo il lavoro nel mondo dell’ospitalità e della ristorazione? Cosa allontana le persone dall’idea di lavorare nel settore dell’ospitalità e della ristorazione? Che informazioni dovrebbero contenere gli annunci di lavoro per risultare attrattivi?  

Tre domande a cui cui istituzioni, associazioni e imprese hanno cercato di dare risposta durante la presentazione dei risultati della ricerca supportata da Confcommercio Sardegna e realizzata dall’Università degli studi di Sassari Dipartimento Scienze Economiche e Aziendali.

Giacomo Del Chiappa (Professore di Marketing del Dipartimento di Scienze Economiche ed Aziendali dell’Università degli Studi di Sassari) responsabile scientifico della ricerca appena pubblicata nella nuova Edizione del Rapporto sul Turismo Italiano ha evidenziato come “il significato che il lavoro e la carriera assumono nella vita delle persone sta cambiando radicalmente nel corso degli anni”.  Si continua a cercare un lavoro capace di offrire una ragionevole sussistenza economica, ma “al contempo, però, si cerca sempre più l’opportunità di realizzarsi, di dare un senso al proprio sé, di sentirsi unici e parte di qualcosa, di accrescere continuamente le proprie competenze e conoscenze e, infine, di creare un giusto equilibro tra vita lavorativa e personale“.

Alberto Fois, presidente FIPE Nord Sardegna: “Sono 11.590 le imprese della somministrazione e danno occupazione a oltre 27.600 persone, soprattutto donne (più di 13.000 nel settembre 2023) e giovani. L’occupazione nei pubblici esercizi è in crescita del 5% rispetto al 2019 e sono tutt’oggi molte le possibilità di lavorare nei bar e nei ristoranti. Le opportunità di lavoro sia stagionale che a tempo indeterminato non mancano e sono tanti i profili ricercati dalla sala alla cucina ai banconieri. Confidiamo che il confronto con gli studenti dell’alberghiero invitati alla presentazione dello studio favorisca il dialogo ed evidenzi quanto è importante conoscere e saper fare per sfruttare al meglio le tante opportunità lavorative e di carriera”.  

La sfida principale da affrontare in questo mutato scenario – ha aggiunto Del Chiappa – è creare un ecosistema territoriale che coinvolga istituzioni, associazioni di categoria, scuola, università, imprese, agenzie preposte alle politiche attive del lavoro, ecc., in un processo continuo di co-creazione e condivisione di conoscenza su come mutano i bisogni espressi nel mercato del lavoro (sia dalla domanda che dall’offerta)”.

 “Un più stretto collegamento tra imprese e università può incentivare lo scambio e la condivisione delle conoscenze, favorire l’imprenditorialità e l’innovazione anche su aspetti di gestione delle risorse umane”, gli ha fatto eco Bastianino Casu – presidente di Confcommercio Sardegna. 

Il direttore generale di FIPE Roberto Calugi ha evidenziato l’importanza di scegliere il contratto di lavoro Ccnl adeguato alle esigenze dell’impresa e dei lavoratori, prediligendo quello che sappia garantire una retribuzione equa, crescita professionale, flessibilità nell’organizzazione degli orari e giorni di lavoro. In Sardegna tramite il Fondo For.Te e l’Ente Bilaterale del Turismo, istituti previsti dal Ccnl FIPE Confcommercio, è possibile partecipare a numerosi corsi di formazione professionalizzanti e obbligatori.  Calugi ricorda che il Ccnl FIPE prevede anche la sanità integrativa: sostiene i lavoratori favorendo la cura della salute e rimborsa i costi per visite e ticket.  “Il mondo del lavoro è in rapido cambiamento soprattutto nel settore dell’ospitalità e della ristorazione, capire cosa determina queste trasformazioni, adottare le modifiche conseguenti nella gestione delle nostre imprese vuol dire preservare il nostro futuro e garantire servizi di qualità ai nostri ospiti” – ha dichiarato infine Emanuele Frongia presidente FIPE Sardegna.

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