Ultimatum del Qatar a Renzi: “Sul San Raffaele si chiuda subito o salta tutto”

Il Qatar scrive al premier Matteo Renzi e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Graziano Del Rio. L’ultima mossa per sbloccare l’affare San Raffaele e chiudere finalmente la partita per l’ospedale d’eccellenza a Olbia. Finora non è bastato l’impegno di Renzi e del Governo con una deroga al tetto di spesa per la sanità sarda e le aperture della Giunta regionale. Il San Raffaele mai come ora è stato in pericolo. Forse non il progetto, ma certamente l’acquisizione dall’asse fallimentare dopo il crac della Fondazione Monte Tabor di Don Verzè. Così il Qatar, attraverso il plenipotenziario della Qatar Foundation of Endowment, Lucio Rispo, ha scelto la mossa più forte: una lettera a Renzi con la quale, presumibilmente, si dà un ultimatum che tocca il vertice delle istituzioni. Ma la mossa del Qatar, che è emersa nelle ultime ore ma potrebbe ricondursi a qualche giorno fa, potrebbe aver riacceso le speranze. E in modo decisivo. Domani mattina sono attese novità importanti sul fronte bancario, con il pool di banche con capofila Sardaleasing e i commissari liquidatori, pronti a chiudere definitivamente la trattativa che pareva ormai su un binario morto.

Il contenuto della lettera top secret ma c’è un avviso al Governo: risposta entro il 23 ottobre

Il contenuto della lettera consegnata al premier Matteo Renzi non si conosce nel dettaglio, ma filtrano notizie che confermano gli avvisi lanciati da Rispo nei mesi scorsi alla politica isolana, secondo il quale se tutto dovesse rimanere fermo l’operazione San Raffaele non si farebbe più. Un ultimatum che pone anche una data finale: il 23 ottobre. Se per quella data l’affare non sarà concluso si studieranno altre soluzioni. A Olbia è già partita la caccia a nuovi terreni. Ma dopo che da Roma il decreto Sblocca Italia ha posto tutte le basi per un’accelerazione burocratica al cantiere di Olbia, l’intervento di Renzi potrebbe aver avuto un peso decisivo. Domani si attendono notizie dal pool di banche coinvolte nell’operazione o dagli stessi curatori fallimentari (l’avvocato Salvatore Sanzo e i commercialisti Luigi Saporito e Rolando Brambilla) che si erano opposti all’operazione presentando un esposto alla procura della Repubblica di Milano nel quale avevano segnalato ai magistrati la possibile violazione delle norme che permettono di cedere ad altri i beni di una società sottoposta a concordato preventivo fallimentare.

In corso anche la procedura di esproprio

Pochi giorni, al massimo a fine mese. Anche l’esproprio dei terreni dell’ex San Raffaele per pubblica utilità è in dirittura d’arrivo. Il Comune di Olbia a fine ottobre potrà consegnare l’edificio e l’area circostante alla Qatar Foundation of Endowment. A quel punto, con il pieno possesso delle proprietà che attualmente si trovano all’interno dell’asse fallimentare della Fondazione Monte Tabor del defunto Don Luigi Verzè, si potrebbero iniziare i lavori per l’ultimazione della struttura d’eccellenza che sublimerà la joint venture sanitaria tra Qatar e Bambin Gesù. Una possibilità che però, evidentemente, non convince del tutto il Qatar, che ha preferito pressare Renzi per ottenere un risultato entro il termine ultimo del 23 ottobre. Lucio Rispo, plenipotenziario della QFE e il deputato Giampiero Scanu, lunedì scorso hanno incontrato il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, per tenersi aperta la possibilità di acquisire terreni alternativi a quelli della Fondazione Monte Tabor. Una possibilità concreta, anche se più distante, una volta che l’esproprio sarà ultimato. Con l’esproprio, che beneficia di una procedura d’urgenza per ragioni di pubblica utilità, Qatar e Bambin Gesù entreranno nel pieno possesso dei beni, mentre i curatori fallimentari avranno come interlocutore il Comune con il quale si dovrà stabilire un equo indennizzo per l’esproprio. Il Qatar supererà, dunque, l’argine posto finora dalla procedura fallimentare. Ovviamente chi rischia di rimanere con il cerino acceso in mano sono proprio le banche, quelle che vogliono rientrare dai soldi dati in leasing a Don Verzè, che con il fallimento della Fondazione e la morte del prete-manager sono diventati crediti difficilmente esigibili.

Gli ostacoli al piano del Qatar: tra banche e curatori il problema dei leasing

Il progetto che promette investimenti da un miliardo e 200 milioni di euro in 10 anni a Olbia è bloccato per una vicenda giudiziaria. In pratica l’ospedale e i terreni non possono essere ceduti senza l’autorizzazione del tribunale fallimentare, necessaria in caso di concordato, che per ora non c’è. Anche perché i commissari giudiziali ritengono che una delle principali cause del dissesto del San Raffaele sia stata proprio l’operazione di leasing, considerata alla luce dei fatti troppo onerosa rispetto al valore dell’edificio. Lo stesso edificio che tecnicamente non è mai entrato nel pieno possesso nemmeno del gruppo di Don Verzè dal momento che venne costruito grazie a un leasing. Dunque il San Raffaele di Don Verzè ha iniziato a pagare le rate al gruppo di banche che compongono la cordata che ha concesso il leasing (Sardaleasing, gruppo Banco di Sardegna, in testa, poi Unicredit, Mediocredito, Banca Intesa e MontePaschi) le quali però conserverebbero la proprietà dell’immobile fino al saldo totale del debito. Saldo che non si è potuto completare a causa del fallimento. Oggi, dunque, banche e società di leasing restano proprietarie del bene, ma con una proprietà vincolata, perché i curatori devono garantire che il prezzo di vendita sia equo e tale da soddisfare, almeno in parte, anche gli altri creditori del gruppo fallito. Da qui la discordanza sostanziale tra la proposta del Qatar (35 milioni di euro) e la stima dei beni fatti dalla curatela secondo le istanze delle banche: nella quale, almeno fino a poco tempo fa, si parlava di 53 milioni di euro. Come si vede una differenza tra domanda e offerta all’apparenza incolmabile.

Il Qatar stringe per nuovi terreni: c’è la disponibilità di privati

Il Qatar va avanti, quindi, nella ricerca di nuovi terreni dopo l’ennesimo stop su edificio ed ettari circostanti dell’ex San Raffaele appartenuto alla Fondazione Monte Tabor di Don Verzè. Il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli, ha rappresentato la disponibilità di diversi soggetti pronti a mettere a disposizione le aree necessarie per la realizzazione di un nuovo complesso ospedaliero nel caso in cui non si potesse più percorrere la strada dell’ex San Raffaele. Un piano B che però potrebbe apparire più remoto con l’accelerazione impressa dall’ultimatum del Qatar a Renzi e con l’offerta di terreni di privati, con i quali andrebbero comunque portate avanti delle trattative. Per non parlare dei tempi tecnici di realizzazione di un nuovo edificio. A Olbia si è poi aggiunta anche Golfo Aranci, con il sindaco Giuseppe Fasolino che si è detto pronto a fornire immediatamente terreni pubblici per l’eventuale costruzione di un nuovo ospedale.

Accordo con la Asl per ambulatori da subito nell’ospedale pubblico

Nel frattempo con la Asl di Olbia si è approfondita la possibilità che fin da subito, ancor prima dell’apertura del nuovo ospedale che nascerà dal fallimento dell’ex San Raffaele, Qatar Foundation of Endowment e Bambin Gesù istituiscano all’interno dell’ospedale alcuni servizi ambulatoriali. L’interesse principale è per ora rivolto alla Neonatologia e alla prevenzione del tumore al seno, specialità di eccellenza del Bambin Gesù, ma nell’individuazione del percorso la Asl e il Bambin Gesù stabiliranno una collaborazione finalizzata alla possibile scelta di altre specialità. Infine e in contemporanea partirà anche il centro per la gestione dei servizi di Telemedicina.

Giandomenico Mele

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