‘Trenino al Verde’, l’assessore Deiana: “Costi super. Ma una soluzione c’è…”

Nei giorni scorsi l’Arst, sul suo sito web, ha comunicato che per questa estate il servizio “Trenino Verde” sarebbe stato sospeso. Dopo alcune ore è arrivata la comunicazione a mezzo stampa dell’assessore regionale ai Trasporti Massimo Deiana: l’ assessorato competente mette a disposizione 4 milioni di euro per garantire anche per questa stagione 2015 le corse del servizio turistico. Le tratte del Trenino Verde sono di particolare bellezza naturalistica e storica. La Mandas-Isili-Sorgono, la Mandas-Arbatax, la Macomer-Bosa e la Palau-Arzachena-Tempio, sono linee che un tempo erano usate da tanti passeggeri ma anche per il trasporto delle merci e della posta. A metà degli anni ’80, causa lo sviluppo esponenziale del trasporto su gomma entrano fortemente in crisi. Le corse verranno drasticamente ridotte sino ad arrivare al 1997, anno in cui viene sancita la chiusura definitiva delle corse ordinarie e la destinazione di quelle tratte al solo servizio turistico. Un servizio che è stato sin dal principio incerto e sempre di tipo stagionale. Una rete che rappresenta un patrimonio importante, fatto di sedimenti continui che si snodano tra monti e colline vertiginose, collega paesi e villaggi rurali, una rete fitta di opere d’arte come ponti, viadotti, gallerie, ma anche di stazioni e case cantoniere, talvolta di pregevole fattura e collocate in posizioni particolarmente suggestive.

Assessore Deiana, ogni anno da più di un decennio, in prossimità dell’inizio della stagione estiva, assistiamo invece che alla promozione delle corse del “Trenino Verde”, al fantasma della loro sospensione. Come mai non esiste una programmazione definita e anticipata?

Noi in Sardegna non ci rendiamo conto, ma possediamo un unicum in tema di ferrovie. La nostra linea ferroviaria si sviluppa per 1.036 km di lunghezza, ma solo 430 km sono a “scartamento ordinario”. Il restante, ben 606 km circa, sono a “scartamento ridotto”. Questo è un unicum europeo, da nessuna parte lo “scartamento ridotto” è maggiore rispetto alle linee a “scartamento ordinario”. Da nessuna parte esiste questa disparità. Da nessuna parte esiste il problema dei costi che lo “scartamento ridotto” comporta.

Cerchiamo di capire. Perché lo “scartamento ridotto” rappresenta un costo così elevato?

Il binario di queste linee è un binario diverso da quello ordinario, si tratta di un binario più piccolo, che neanche si produce più. Scartamento ridotto con binario a 950 mm detto anche “binario metrico italiano”, binario da 21 chili a metro lineare (a volte 27) che in parole povere significa che sotto di questi va posata una traversina ogni 60 cm, cioè ad ogni chilometro corrispondono 1.600 traversine. Queste traversine sono a loro volta di legno e hanno una vita media di 15 anni, e quindi vanno cambiate e sostituite con delle nuove. Tutto ciò significa costi di manutenzione alle stelle.

Di quanti chilometri a servizio turistico parliamo?

Sulla bellezza di 606 chilometri a “scartamento ridotto”, 170 sono stati riqualificati e mantenuti con traffico ordinario (parliamo delle tratte che collegano i paesi con le città maggiori Cagliari e Sassari), i restanti 436 chilometri sono stati destinati quasi 20 anni fa al servizio turistico del “Trenino Verde”. Parliamo di più di 400 chilometri di tratte tortuose, con diversi problemi di manutenzione su tutto il percorso che naturalmente si sono sempre più aggravati col passare degli anni.

La riqualificazione e la manutenzione in cosa consistono?

I binari andrebbero cambiati tutti. Sono oramai diventate delle lame da pattini da ghiaccio tanto sono usurati. Sono anche stati cambiati di lato come si faceva con i cappotti in tempo di guerra, quello di destra va a sinistra, e quello di sinistra messo a destra, ma oramai sono al limite della percorribilità. Le traversine poi vanno costantemente controllate e gran parte sono da sostituire. Le tante gallerie, che hanno più di 130 anni, non hanno nessun tipo di armatura. Per non parlare dei ponti, per quanto bellissime opere di ingegneria, molti sono di ferro e sempre costruiti a fine ‘800, per questo motivo andrebbero messi in sicurezza. Le prove di carico poi andrebbero fatte ogni 6 anni, proprio perché sono opere che hanno 130 anni e queste prove sono costosissime. E poi la cura delle cunette e del tracciato, la pulizia dall’erba, che sappiamo d’estate è causa di molti incendi.

Tradotto in numeri a quanto ammonterebbe l’eventuale riqualificazione di questi 436 chilometri di linea turistica?

Stiamo parlando di minimo 140 milioni di euro. Soldi che non abbiamo. Soldi che non c’erano neanche prima della crisi, quando le condizioni della linea erano tra l’altro anche meno allarmanti, figuriamoci se questi soldi ci sono adesso.

E i fondi europei? Non esistono fondi per le infrastrutture ferroviarie locali?

Assolutamente sì. Esistono fondi per le infrastrutture ferroviarie locali, ma solo per il trasporto ordinario, cioè passeggeri e merci. Per il servizio turistico invece non sono previsti.

Quindi sulle tratte dove non esiste il traffico turistico, ma sempre a “scartamento ridotto”, come la Cagliari-Isili, la Sassari-Alghero, la Sassari-Sorso e la Macomer-Nuoro, si sta investendo?

Su queste tratte i vagoni sono stracolmi di studenti e lavoratori che ogni giorno usano la ferrovia per raggiungere le scuole e i posti di lavoro. E per me la cura di questi sono fondamentali. Per riqualificare questi 173 chilometri abbiamo investito circa 65 milioni di euro. Abbiamo messo solo binari da 36 chili al metro lineare, che significa posare meno traversine e soprattutto le abbiamo sostituite con quelle di cemento. Abbiamo già comprato 4 nuovi treni da mettere sulle linee Sassari-Alghero e Sassari-Sorso. Prossimamente compreremo 2 treni per la Macomer-Nuoro e altri 6 per la Cagliari-Isili. Teniamo conto che un solo treno costa 5 milioni di euro.

Quanti sono i passeggeri totali che ogni anno vengono trasportati nelle rispettive tratte?

Nel traffico ordinario delle tratte Cagliari-Isili, Sassari-Alghero, Sassari- Sorso e Macomer-Nuoro all’anno trasportiamo complessivamente 1 milione e 165mila passeggeri. Nelle tratte turistiche del “Trenino Verde” se va bene trasportiamo 30mila persone l’anno.

Quindi in futuro vedremo potenziato il trasporto su rotaia, ma non quello turistico?

Io sono uno che crede nel trasporto su ferro. Ma secondo lei se io domani ho 30 milioni di euro cosa dovrei fare? Aggiustare 2 ponti della tratta turistica o comprare 6 treni per la linea Isili-Cagliari dove annualmente viaggiano 400mila persone, e permettere così a questi passeggeri di arrivare a Cagliari in un’ora?

È il sistema di scelta “cosa butti dalla torre”?

Sì, ed è chiaro che è un sistema sbagliato. Non andrebbe buttato via niente, ma io devo garantire il trasporto. Devo garantire che i sardi vadano a scuola e raggiungano i posti di lavoro. Probabilmente dobbiamo iniziare a considerare il problema del “Trenino Verde” come un problema culturale, turistico, storico e ambientale. Non un problema legato al bilancio dei trasporti. Da un lato ho sindaci che lamentano le scarse corse del “Trenino Verde”, dall’altro ho i sindaci che si preoccupano che i loro studenti possano raggiungere le loro scuole. Cosa dovrei fare? Aggiustare i ponti invece che trasportare studenti?

Visti gli scarsi numeri dei passeggeri-turisti nelle tratte del Trenino Verde e le condizioni sempre più precarie della linea non si potrebbe optare per delle concessioni a degli investitori interessati a mantenere il servizio?

Stenderei tappeti rossi per degli eventuali investitori. Ma chi è l’imprenditore che si fa carico di una linea tanto bella quanto onerosa per un ritorno economico praticamente inesistente? Sarei felicissimo anche se saltassero fuori aziende, cooperative, organizzazioni, associazioni che si prendessero il carico di una concessione di gestione. Perché noi la concessione di alcuni tratti la possiamo assegnare tranquillamente. Ma credo sia molto difficile che emerga questa eventualità.

Ma allora non c’è soluzione? La linea turistica è destinata all’abbandono?

No, una soluzione ci sarebbe. Una soluzione che richiede però tanta collaborazione e lungimiranza da parte degli amministratori locali. L’unico modo per salvaguardare il servizio turistico è individuare di concerto con le comunità pezzi di linea sui quali fare degli interventi di completa riqualificazione e renderli a sicuro esercizio, e soprattutto non limitato alla stagione estiva. Pezzi di linea significa però individuare complessivamente 50 chilometri da salvaguardare, non centinaia, e far sì che questi siano un vero salotto culturale. Un’esperienza unica. Ma dobbiamo scegliere. Una decina di chilometri in una tratta, un’altra decina da un altra parte e via discorrendo. Questa ritengo sia l’unica soluzione per non assistere nel prossimo futuro all’abbandono completo di tutte le tratte del Trenino Verde.

Ornella Demuru

 

Diventa anche tu sostenitore di SardiniaPost.it

Care lettrici e cari lettori,
Sardinia Post è sempre stato un giornale gratuito. E lo sarà anche in futuro. Non smetteremo di raccontare quello che gli altri non dicono e non scrivono. E lo faremo sempre sette giorni su sette, nella maniera più accurata possibile. Oggi più che mai il vostro supporto è prezioso per garantire un giornalismo di qualità, di inchiesta e di denuncia. Un giornalismo libero da censure.

Per ricevere gli aggiornamenti di Sardiniapost nella tua casella di posta inserisci la tua e-mail nel box qui sotto:

Related Posts
Total
0
Share