Telelavoro in Regione, la Cisl: “Esiste dal 2006 e deve valere per tutti”

La Funzione pubblica della Cisl va all’attacco sul telelavoro per i dipendenti regionali come nella delibera approvata nei giorni scorsi dalla giunta di Francesco Pigliaru su proposta di Gianmario Demuro, titolare degli Affari generali. “È solo è l’ennesima gaffe – tuona il coordinatore sardo Massimo Rocchitta -: nessuna novità e nessuna primogenitura. Il telelavoro c’era già e l’assessore non lo sapeva, nonostante sia stato richiamato ad un tavolo specifico alcune settimane fa”.

La Cisl sostiene che “per i dipendenti della Regione è attiva dal 2006 la possibilità di lavorare da casa. Addirittura già di quell’anno l’Ersat (poi spacchettato in Argea, Laore e Agris) aveva avviato una sperimentazione e recentemente sono stati sottoscritti specifici accordi: siamo quindi in presenza di una sperimentazione ultradecennale che non ha palesato negatività o svantaggi per l’Amministrazione. Anzi, i problemi sono stati sollevati esclusivamente da qualche sindacato, solerte quanto solidale, contro la possibilità di riconoscere l’alta professionalità per qualche telelavoratore. La Cisl si oppone a queste lacune applicative e chiede la convocazione urgente di un tavolo per concordare un modello di accesso al telelavoro uguale per tutti”.

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