Si apre uno spiraglio per i 300 lavoratori delle associazioni allevatori

“La Regione Sardegna intende garantire il lavoro al personale delle associazioni Ara, Aipa e Apa. E al tempo stesso intende garantire alle aziende agricole e di allevamento la consulenza preziosa offerta in questi anni dai tecnici delle associazioni”. Lo hanno detto questa mattina l’assessore regionale all’Agricoltura Pierluigi Caria (nella foto) e il presidente della commissione, Luigi Lotto, nel corso della seduta fissata per dare seguito all’ordine del giorno 90 del 13 marzo scorso. Audito dai commissari, l’assessore Caria ha riferito sullo stato dei rapporti con i ministeri e in particolare con il ministero dell’Economia e delle Finanze. Una possibilità per i lavoratori è rappresentata dalla selezione concorsuale dentro l’agenzia Laore come sembra ipotizzabile secondo un’applicazione del decreto Madia, che farebbe scattare la procedura prevista dall’articolo 2 comma 40 della legge regionale 3 del 2009, “anche se va precisato – ha proseguito l’assessore – che i tempi di questa selezione nel migliore dei casi non sarebbero inferiori a otto, dieci mesi. Sembra comunque che questa soluzione legislativa sia possibile ma dobbiamo ricordarci sempre che si tratta di un’associazione privata e che la situazione è molto complicata sotto il profilo giuridico”.

Tutti i commissari hanno ringraziato l’assessore Caria e gli uffici regionali per la complessa opera di mediazione svolta in queste settimane sui tavoli ministeriali e il presidente Lotto ha comunque precisato che i servizi all’agricoltura “sono comunque a carico della Regione e il nostro interlocutore non potrà più essere Aia. Di certo la migliore soluzione a questo problema, che si trascina da una decina d’anni, è coinvolgere il sistema produttivo isolano garantendo i livelli occupativi e i servizi al mondo delle campagne sarde”.

Il commissario Antonio Gaia e altri hanno prospettato in parallelo l’ipotesi che la Regione costituisca una nuova società o agenzia capace di gestire in house i servizi “nel caso in cui non fosse possibile la selezione concorso” coinvolgendo anche soggetti privati come 3A e il Consorzio del pecorino romano che hanno offerto la loro disponibilità, anche economica.

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