“Sì a export maialetto sardo certificato”. Via libera dal ministero della Salute

Il Ministero della Salute apre all’esportazione del maialetto sardo di allevamenti certificati. La notizia è arrivata stamane, nel corso della Tavola rotonda organizzata dall’assessorato regionale della Sanità all’Expo di Milano. Sollecitato dall’assessore regionale della Sanità, Luigi Arru, il direttore generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del ministero della Salute, Silvio Borrello, ha espresso apprezzamento per quanto la Regione sta facendo sul fronte dell’eradicazione della peste suina, dopo anni di inerzia. “Certo non si può risolvere il problema in un anno – ha detto – Ci sono certamente cose che devono essere corrette dal punto di vista organizzativo”. Borrello ha aggiunto che si potranno far partire le carni suine, provenienti da allevamenti certificati. Concordi i rappresentanti nazionali di Assocarni, che hanno accolto con favore la notizia.

“Ci sono ancora tante cose da migliorare – ha detto l’assessore Arru – ma siamo sulla strada giusta. È indispensabile la collaborazione di tutti, a iniziare da quella tra gli assessorati alla Sanità e all’Agricoltura, e sinergia tra associazioni di allevatori. Facciamo rete, continuiamo a lavorare tutti per lo stesso obiettivo”.

Anche l’assessore dell’Agricoltura, Elisabetta Falchi, intervenuta alla Tavola rotonda, ha sottolineato l’importanza di lavorare per la qualità alimentare. “Con il Programma di sviluppo rurale, approvato ad agosto – ha detto l’esponente della Giunta – vogliamo cogliere la sfida della qualità, produrre eccellenze alimentari. Stiamo destinando ingenti risorse al programma in particolare sulla parte che riguarda il benessere animale e la produzione integrata. Immediatamente partiremo con misure che, crediamo, possono contribuire ad avviare la Sardegna verso la risoluzione definitiva della peste suina”. Per Falchi e Arru, l’apertura all’esportazione delle carni termizzate è un segnale importante è atteso da quelle tante aziende sarde che hanno mantenuto altissimi standard di biosicurezza, esempi virtuosi che ora potranno aprire i mercati.

La Coldiretti, che ha messo in atto un vero e proprio pressing riuscendo ad ottenere una speciale deroga per consentirne il consumo nell’ambito dell’area di Expo, commenta positivamente la decisione del ministero della Salute. “Era dall’11 novembre del 2011 che l’originale porcetto sardo non poteva varcava i confini della Sardegna, quando un decreto dell’Unione europea sospendeva le autorizzazioni all’esportazione di carni suine fresche e insaccate sarde, a causa delle recrudescenza della peste suina africana presente nell’Isola dal lontano 1978 – ricorda la Coldiretti – Sei giorni dopo, il 17 novembre, un documento emanato dal ministero della Salute chiarì che tale limitazione riguardava ‘la macellazione di suini allevati in Sardegna e la lavorazione delle relative carni, nonchè la spedizione delle medesime e dei prodotti dalle stesse ottenuti, verso il restante territorio comunitario. L’11 ottobre del 2014 – ricostruzione l’organizzazione di categoria – veniva pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea, a firma del commissario per la Salute e le politiche dei consumatori Tonio Borg, la proroga fino al 31 dicembre del 2018 del divieto di spedizione di suini vivi, sperma, ovuli, embrioni, preparati e sottoprodotti a base di carni suine dall’Isola”. Oggi, proprio all’Expo, l’annuncio della ripresa delle esportazioni. “Il via libera – sottolinea ancora la Coldiretti – rappresenta un momento importante per iniziare un percorso che a breve consenta di poter dimostrare l’esistenza di tutte le condizioni sanitarie per consentire le esportazioni anche dei cosiddetti lungo stagionati per sostenere un settore determinante e creare nuovi posti di lavoro in Sardegna”. Il porcetto è un classico della cucina pastorale sarda e si ottiene dalla cottura lenta di un maialino da latte, che viene steso su un letto di ramoscelli e foglie di mirto dopo la cottura.

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